Ascolti visivi. Daniele Lombardi e Nanni Balestrini a Roma
Macro, Roma – fino al 17 aprile 2017. Due importanti voci della contemporaneità dialogano sullo sfondo del museo romano. Interpretando, attraverso il linguaggio della propria poetica, la dimensione visiva, sonora e testuale.
Il museo capitolino fa da cornice a due mostre autoriali con protagonisti Daniele Lombardi e Nanni Balestrini, diversi fra loro ma con elementi in comune: le avanguardie storiche e le loro ipotesi di dialogo fra linguaggi e le interconnessioni fra suono e linguaggio testuale. Daniele Lombardi (Firenze, 1946), compositore e pianista eccellente, porta avanti da molti anni una ricerca sulla musica futurista, realizzando numerosi concerti e incidendo un fondamentale gruppo di album che dialoga con il vasto panorama della sperimentazione futurista in musica. Del Futurismo Lombardi riprende anche il rapporto fra suono e immagine, lavorando su “musiche invisibili”, “ascolto visivo” e altre modalità della dialettica musica/immagine che segnano la progettualità effervescente della cultura futurista, come per esempio il video, i nuovi media digitali e molte soluzioni performative, a conferma dei linguaggi intermediali voluti dal Futurismo. Il pezzo forte della mostra è un pianoforte circondato da disegni che fungono da spartiti, come un lungo foglio che avvolge lo strumento e da cui il musicista reinventa “a percezione” la musica, trasformando i segni dipinti in codice musicale.
LA TEMPESTA PERFETTA
Nanni Balestrini (Milano, 1935), presentato da Achille Bonito Oliva, inizia la sua sperimentazione dadaista tra le file delle neo-avanguardie degli Anni Sessanta, lavorando sull’uso “random” o orientato di testi prelevati da giornali o libri, per poi ricomporli in forma parlata/poetica. La Tempesta perfetta è prima di tutto La Tempesta di Giorgione, altissimo esempio di pittura rinascimentale, carismatica immagine dell’ordine colpito dal fulmine del disordine, mentre i riferimenti si fanno complessi e drammatici nelle citazioni dalla Genesi, da Shakespeare e dalla poesia di Ezra Pound. La critica politico-sociale è una componente chiave del lavoro di Balestrini, che negli Anni Sessanta passa dal gioco/trasgressione del Dadaismo di Zurigo all’attivismo politico del Dadaismo berlinese. In questi “scontri etici” il quadro esplode in migliaia di pezzi, come accade nelle esplosioni degli action movies. I pezzi della minuscola tela riempiono stanze intere, come se non fosse possibile circoscrivere l’invasione di senso che il quadro contiene e che la distruzione simbolica del Rinascimento come ordine richiede ancora, malgrado i tanti baffi fatti alla Gioconda da un secolo a questa parte.
– Lorenzo Taiuti
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