Jean Triffez
ArteA Gallery presenta una importante retrospettiva dedicata a Jean Triffez, artista belga d’avanguardia che lavorò con le più importanti gallerie dell’epoca nazionali ed internazionali a partire dagli anni ’50 fino alla prematura scomparsa nel 1983 a Roma.
Comunicato stampa
Un importante nucleo di opere su tela dalla fine degli anni Sessanta a tutto il decennio successivo, permette di riscoprire il genio pittorico di Jean Triffez, una delle voci più significative della vicenda pittorica europea del Dopoguerra. Nato in Belgio nel 1931, ma di fatto cittadino del mondo, Triffez si è formato artisticamente a Parigi nel crogiuolo culturale degli anni Cinquanta ed ha vissuto, lavorato ed esposto in tutto il mondo, terminando bruscamente la sua ricerca pittorica nel 1983 a Roma, a seguito di una grave quanto fulminea malattia. In vita ha esposto in importanti gallerie in Italia come all’estero ed ha goduto di una notevole fama anche grazie alla sua determinazione e alla costanza della sua ricerca pittorica che oggi appare ancora di grande spessore e di sorprendente freschezza.
La mostra presso ArteA Gallery, a cura di Gianluca Ranzi, ricostruisce, anche attraverso un importante catalogo, l’avventura biografica e artistica di Jean Triffez, mettendo in luce origini e sviluppi di quella sua pittura così unica e riconoscibile, giocata sul delicato confine tra astrazione e lirismo cromatico, tra forme disegnate dalla luce e sfondi neri in cui esse affondano o da cui emergono.
Questa visionarietà pittorica non aveva mancato di colpire critici, curatori, collezionisti e galleristi in tutto il mondo, compresi, in Italia, Gianni Schubert della Galleria Borgogna e la Galleria dello Scudo di Verona, che agli inizi degli anni Settanta gli dedicarono alcune mostre personali. Artista on the road, con la moglie Hélène San-Galli Triffez e i tre figli, ha continuamente girato il mondo, via via risiedendo a Parigi, a Cagnes, a Madrid, a Tangeri, a Como, a Milano, a Roma, a Positano, a San Paolo, a Caracas, a New Orleans e a New York.
Come scrive Gianluca Ranzi nel testo in catalogo: “Jean Triffez segue un percorso di ricerca creativa che culmina, a partire dalla fine degli anni Sessanta e poi fino a tutto il decennio successivo, nella messa a punto di uno spazio espressivo tanto più fluido e gassoso in ogni sua parte quanto più il soggetto considera la sua ricerca e se stesso significativi ad ogni livello. Biograficamente questo si traduce anche in quel periplo continuo di spostamenti per il mondo che coinvolgono l’artista e la sua famiglia, dal momento che per lui la pittura doveva essere il più possibile mostrata e vista”.
In catalogo un’intervista alla vedova dell’artista, un suo testo di memorie su Jean Triffez e una selezione dei più significativi documenti sul suo percorso, aiutano ulteriormente a penetrare il mondo magico e cosmico dell’artista, così ben rappresentato dalle opere su tela esposte in mostra, dove fantascienza, genetica, antropologia, misticismo e esoterismo convivono in una visione evocativa ed onirica della vita e del mistero che circonda l’uomo e il suo agire nel mondo.