Dalla mappa all’infografica. Un libro racconta il lavoro dei graphic designer sul reale
Il nuovo tassello della collana The Naked Notebook di Moleskine sbircia nei taccuini dei creativi di ieri e di oggi per capire come traducono il mondo in immagini. Dalla Brasilia di Lucio Costa alla Milano di Ferrauto passando per il Queens di Paula Scher e il diario infografica di Nicholas Felton
Le mappe sono dappertutto. Fin dagli albori della storia sono state usate per tenere sotto controllo la paura, per rendere il mondo comprensibile e manipolabile, organizzando le informazioni in maniera razionale e intellegibile. Dal 16esimo secolo, il secolo delle grandi esplorazioni, in avanti sono diventate di uso più comune ma anche più accurate, e continuiamo a usarle per dare forma e senso al mondo che ci circonda. Se generalmente le mappe descrivono la realtà, può succedere anche il contrario, specie quando si ha a che fare con la pianificazione urbanistica. Qualche volta la mappa esiste prima dell‘oggetto che descrive e serve a dargli forma, come nel caso dei disegni di Lucio Costa (Toulon, 1902 – Rio de Janeiro, 1998), l’architetto che ricevette dal governo brasiliano l’incarico di pianificare una nuova capitale.
COME NASCE BRASILIA
Un progetto nasce come idea e poi passa sulla carta, solo attraverso la rappresentazione grafica può farsi materia, architettura, realtà. In questo modo Brasilia nasce prima di tutto nella mente di Costa e solo poi viene vissuta dai suoi abitanti, con uno scarto tra l’ideale architettonico e la complessità delle dinamiche sociali che può rendersi evidente soltanto qualche tempo dopo. Il ruolo capitale del designer in questo processo di codifica della realtà è al centro di Mind, Maps and Infographics, un nuovo volume della collana di libri sul graphic design edita da Moleskine a cura di Pietro Corraini. Il percorso suggerito dal libro si snoda lungo le pagine dei taccuini dei creativi raccontando esperienze di ieri – il codice creato dal coreografo francese Raoul-Auger Feuillet (1650 – 1709), per esempio, che potremmo definire una sorta di infografica ante-litteram, per descrivere i movimenti dei ballerini nello spazio, o i tentativi dell’astronomo inglese Thomas Harriot (1560 – 1621) di mappare la superficie lunare – e di oggi, come le mappe di Expo 2015 realizzate da Luigi Ferrauto.
LE MAPPE DEL LIBRO
Alcune di queste mappe sono vere opere d’arte: il murales di Paula Scher per la Queens Metropolitan High School che riproduce l’intreccio delle strade del quartiere newyorchese traducendone i nomi in venti lingue diverse ma anche le sculture di Nathalie Miebach, rielaborazione tridimensionale dei dati raccolti dall’artista durante due mesi di peregrinazioni sulle strade di Omaha, Nebraska, con una stazione meteorologica portatile. Altre spingono il concetto di infografica fino a una iperdocumentazione del reale, come l’Annual Report in cui l’americano Nicholas Felton descrive in maniera visuale le attività svolte durante l’anno tenendo traccia di ore di sonno, passi e tazze di caffè bevute, o come il progetto Dear Data che registra la corrispondenza tra Giorgia Lupi e Stefanie Ponsavec. Per un anno, le due designer si sono scambiate, inviandole da Londra a New York e viceversa, una serie di cartoline “parlandosi” attraverso sistemi grafici inventati di volta in volta. Altre ancora hanno un animo pop e la vocazione a migrare dai loro supporti originari per essere indossate, come i lavori di Paul Cox usati dallo stilista Issey Miyake per una delle sue collezioni.
– Giulia Marani
Pietro Corraini (a cura di) – Mind, Maps and Infographics
Moleskine Books, 2017
Pagg. 144, € 29,50
ISBN 9788867325726
www.moleskine.com
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