Torna alla luce in una fabbrica di Perugia un ciclo di affreschi del futurista Gerardo Dottori
I dipinti, realizzati nel 1947, sono rimasti nascosti per decenni da successive ridipinture. Erano nello stabilimento originale dell’azienda tessile Spagnoli
Rarissimi affreschi di uno dei protagonisti assoluti del Secondo Futurismo, rimasti nascosti per decenni e ora riportati alla luce, in perfetto stato di conservazione. Già, perché in barba alla guerra al passatismo tanto decantata fin dal manifesto del 1909, c’era un futurista che praticava una tecnica antica di secoli come l’affresco: era l’umbro Gerardo Dottori (1884-1977), che spesso usava associare questa tecnica con un’altra fattispecie creativa alquanto aliena ai compagni di movimento, ovvero l’arte sacra. Non è il caso dei dipinti ora riscoperti a Perugia, legati infatti al luogo fisico dove vennero realizzati nel 1947: una fabbrica dell’azienda tessile Spagnoli, antesignana del tuttora fiorente brand della moda Luisa Spagnoli. Fu infatti Mario Spagnoli, figlio della fondatrice (alla quale si deve anche l’invenzione del Bacio Perugina) a commissionarli all’artista per la Piazzetta degli artigiani ricavata nello stabilimento, a sua volta Città dell’Angora.
TECNICA POINTILLISTE
Il ritrovamento delle pitture murali, negli anni coperte da incaute ridipinture, si deve a Francesca Duranti, storica dell’arte e vice presidente degli Archivi Dottori, che da tempo si interrogava su possibili interventi del futurista nella fabbrica Spagnoli, avendo archiviato le immagini di alcune opere dell’artista sul tema della fabbrica e sui “famosi” Conigli d’angora, legati alle lavorazioni qui praticate. È stata Nicoletta Spagnoli, quarta generazione della dinastia e alla guida dell’azienda dal 1986, a promuoverne il recupero e il restauro: un ciclo pittorico che si apre sotto il portico dell’ingresso dell’azienda con una splendida Madonna con Bambino in trono con i due angeli in adorazione, seguita da diversi interventi murali, uno per ogni bottega. Dalla Santa Lucia protettrice della bottega del fabbro, alla segheria, il falegname, l’ebanista, il pittore, lo stagnaro, il medico, la biblioteca, il pediatra. “Domina le composizioni la tecnica pointilliste, tipica di Dottori e non mancano, fra il linguaggio figurativo, accenti futuristi come nell’identificazione simbolica dell’esplosione della bombola dello stagnaro”, si legge in una nota. Nella fotogallery, un’ampia documentazione degli affreschi ritrovati…
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