Le seducenti nature morte di Christopher Broadbent in mostra a Milano per il Fuorisalone
Immagini che sembrano uscite da una collezione di pittura barocca. Non quadri, ma fotografie. Le espone Christopher Broadbent a Milano, per un evento speciale durante il Salone.
“Uso la penombra di una stanza vuota per suggerire il tempo sospeso in attesa di un intervento o di una conclusione. Come per una terzina in poesia, ho adottato una gabbia metrica in uso da secoli per la natura morta: struttura ortogonale, luce dalla finestra per un disegno in chiaroscuro, piani prospettici orizzontali marcati per mettere le cose a portata di mano dell’osservatore”. Non è solo un fatto estetico, per Christopher Broadbent (Londra, 1936): lo sguardo al passato e la seduzione dell’antico si traducono nell’utilizzo di generi classici, ma anche nel ricorso a tecniche e strumenti tradizionali, dal banco ottico a una vecchia camera manuale con pose lunghissime.
DALLA PUBBLICITÀ ALLA NATURA MORTA
Nessuna concessione al digitale e un innamoramento forte per l’artigianalità del mezzo fotografico, indagato nella sua dimensione pittorica e filosofica: lo scorrere del tempo, l’immagine come spazio della contemplazione, il senso della vanitas, la sensualità del colore, la disposizione armonica degli oggetti, la costruzione di un’iconografia simbolica, l’articolazione di piani, prospettive, tagli di luce.
Noto per i suoi trascorsi nel mondo della pubblicità, per cui ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali, Broadbent ha lavorato anche nel cinema, per poi scegliere di dedicarsi esclusivamente alla fotografia pura, specializzandosi nello studio della natura morta e dei maestri del Seicento e Settecento. Con la mostra “Here today […]” presenta una selezione di lavori nello Spazio BIG Santa Marta di Milano, in occasione della Design Week 2017. Una raccolta di still life, in cui vasi, fiori, frutti, utensili, oggetti semplici rubati al quotidiano, galleggiano in un tempo sospeso ed evanescente, restando sulla soglia tra il rigoglio e la decadenza, l’erotismo e l’impermanenza, l’estrema affermazione vitale e il destino comune di sparizione.
– Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati