La Collezione Biagiotti alla Estorick Collection di Londra. Omaggio a Balla e alla moda futurista
La stilista Laura Biagiotti, insieme al marito, conserva un nucleo importante di opere del Futurismo e in particolare di Giacomo Balla. Ne vedremo una selezione a Londra, dal prossimo 4 aprile. Con un focus su uno speciale aspetto della ricerca futurista…
Collezionisti di lungo corso, Laura Biagiotti e Gianni Cigna hanno imbastito negli anni un’importante raccolta d’arte moderna e contemporanea, il cui nucleo centrale è costituito da 300 opere di Giacomo Balla. A omaggiare questo fondo, con tutto l’amore della coppia per il Futurismo italiano e per la stagione gloriosa delle avanguardie storiche, è oggi una mostra alla Estorick Collection. La prima esposizione del nuovo millennio che Londra dedica al genio futurista.
Sono in tutto 116 i pezzi scelti dalla collezione della stilista romana, e a curare l’allestimento sarà Fabio Benzi, Direttore Scientifico della Fondazione Biagiotti Cigna. Il percorso dell’artista viene illustrato nella sua interezza, a cominciare da 36 significativi dipinti a olio, tempera e pastello: da Autospalla (1903) a Donna a Villa Borghese (1906), dai ritratti di Egle Casarini e di Grethel Löwenstein (1911), capolavori della fase divisionista, al Ritratto di Tolstoij (1911) del periodo pre-futurista.
E ancora, tra esaltazione della velocità, sintesi geometrica, vorticismo e riduzione dell’immagine a puro sistema di movimento, spiccano due importanti Compenetrazioni iridescenti (1913), Vortice + Paesaggio, dello stesso anno, e poi Dinamismo atmosferico (1922-25 c.), Futurpesci (1924) e Vaprofumo (1926), tipiche del suo Futurismo più maturo. Infine, una selezione di pezzi che raccontano il ritorno alla figurazione, come Autoritratto (Autobalsettanta) del 1946.
MODA E ARTI APPLICATE. L’ALTRO FUTURISMO
Ma a dare una connotazione speciale alla mostra è l’altro coté, quello che riguarda i vari studi di Balla sulla moda: naturalmente la sezione più ricca della collezione, nonché la più importante panoramica esistente al mondo sulla moda futurista. Ci sono alcuni gioielli storici, come i bozzetti dei primi vestiti e tessuti futuristi (1913-14), gli studi per capi e accessori (giacche e completi maschili o femminili, cravatte, scarpe, borsette, ventagli, foulard, sciarpe, maglioni, gilet, ricami…), nonché i manufatti realizzati dal 1914 al 1930 a partire da quegli stessi progetti.
L’ultimo corpus è quello sulle arti applicate futuriste, ancora con disegni e oggetti: mobili, arazzi, paralumi, schizzi per arredi, tappeti, lumi, ceramiche. Un’attività che coinvolse Balla a partire dalla stesura del Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo (1915): il dialogo tra l’opera d’arte e gli aspetti concreti, funzionali, prosaici della vita quotidiana, iniziava in quegli anni, anche grazie all’energica rivoluzione di Marinetti e dei suoi compagni di viaggio.
– Helga Marsala
Giacomo Balla. Designing the Future. Collezione Biagiotti Cigna
5 aprile – 25 giugno 2017
Opening: 4 aprile 2017, ore 18-20:30
Londra (UK), Estorick Collection of Modern Italian Art
39a, Canonbury Square, N1 2AN
www.estorickcollection.com
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati