Franco Bruzzone – Senza Titolo
La scrittura pittorica di Bruzzone, geometrica e simbolico-numerologica, musicale e lirico-poetica, è attraversata da un costante e sempre vivo spirito di ricerca che ha il suo punto di forza nella inesausta capacità di variazione segnico-cromatica.
Comunicato stampa
Lo spazio è materia, la materia è energia, l’energia è luce
La scrittura pittorica di Bruzzone, geometrica e simbolico-numerologica, musicale e lirico-poetica, è attraversata da un costante e sempre vivo spirito di ricerca che ha il suo punto di forza nella inesausta capacità di variazione segnico-cromatica. Le sue ultime opere, limpide ed intense, sembrano tendere ancora di più ad una policromia di fondo che è però variegata in sfaccettature di toni e di luce che rendono le sue tele autentiche partiture dai suoni leggeri e caleidoscopicamente colorati.
“…Le singolari caselle geometriche (appunto segni/tonali) poste da questo pittore nello spazio virtuale della superficie del quadro, e i triangoli, da lui timbricamente campiti all’interno di ciascuna di esse, sono forme inedite la cui mobile variabilità resta impressa nello sguardo offrendogli una straordinaria ricchezza di motivi percettivi che persistono, oltre le contingenze tecnico/esecutive, sono a muovere un discorso simbolico nella complessità delle funzioni comunicative. Proprio nei valori strutturali e compositivi dei Cartigli, di Bruzzone è, perciò, il concetto stesso di opera pittorica il cui “disegno” o “stile” si impongono come idea o principio articolati del sentimento e della ragione laddove il sensibile – nascosto negli scarti di senso pittorico intensità lirica della ragione. Una distillazione attenta, dunque, di preziosi e sottili segni, di trasparenze cromatiche, di corrispondenze simboliche, analogiche della esperienza effettiva dell’artisticità di un pittore…”
Germano Beringhelli marzo 2006
Biografia
Franco Bruzzone nasce ad Altare (SV) il primo novembre 1934. Si laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Genova e successivamente insegna Storia dell’Arte nei licei. Negli anni ’60 svolge attività di pittore e ceramista ad Albisola dove conosce Lam, Jorn, Lucio Fontana e più tardi Calderara e Luigi Veronesi.
La prima mostra personale è del 1961 presso il Circolo degli Artisti di Albisola. Dal 1971 sviluppa la sua ricerca sul “segno” espone nel 1972 alla Galleria Unimedia di Genova presentato da Paolo Fossati. Nel 1981 espone al Musée de Beaux Arts di La Chaux-de-Fonds (Svizzera) presentato da Paul Seylaz. Nel 1991 la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate (Varese) gli dedica un’ampia mostra antologica. Dal 1994 ad oggi numerose sono le sue mostre personali. Nel 2008, in occasione della mostra presso il Complesso monumentale di Santa Caterina, Oratorio dei Disciplinati a Finale Ligure Borgo, pubblica un catalogo/monografia che documenta una gran parte della sua attività artistica.
Tra il 1958 e il 1968 orienta la sua opera nell’ambito dell’automatismo surrealista. Dal 1971, per un’esigenza di essenzialità e chiarezza, identifica un ”segno” di origine inconscia, una forma archetipa, progressivamente sempre più semplificata e geometrizzata; sequenze “alfabetiche” strutture in “scrittura” con variazioni minime anche nel colore si sviluppano fino ad oggi.