Arte grafica italiana del XX secolo dalla A alla Z
Lo Spazio per le Arti contemporanee del Broletto apre le porte a un importante evento dedicato alla grafica.
Comunicato stampa
Lo Spazio per le Arti contemporanee del Broletto apre le porte a un importante evento dedicato alla grafica. Un'arte spesso considerata, a torto, minore (fino al Novecento quanto meno), sussidiaria alla ben più pregiata pittura; un'arte, d'altro canto, che affonda il suo pensiero nel linguaggio autonomo dell'incisione (tecnica apprezzata fin dal Settecento).
Organizzata dalla Fondazione Sartirana Arte in collaborazione col Settore Cultura del Comune di Pavia, Arte grafica italiana del XX secolo, dalla A alla Z inaugura giovedì 13 aprile 2017 (ore 18) e presenta fino al 7 maggio 2017 un'accurata selezione di opere grafiche della collezione creata a cominciare dagli anni '70 del Novecento da Giorgio Forni, Direttore della Fondazione Sartirana Arte.
Le opere, che sono sempre state acquistate direttamente negli studi degli artisti, rappresentano un campionario di arte a stampa di questi ultimi cinquant'anni, in cui si sono cimentati i più interessanti pittori e scultori italiani, dalla A di Afro alla Z di Zompì, per tradurre in piccole tirature i temi specifici del loro lavoro.
Il Novecento ha modificato il discorso sulla grafica artistica spostando l'attività incisoria, l'attenzione e l'interesse collezionistico dalla stampa di riproduzione di opere pittoriche, oggetto di colto collezionismo tra Settecento e Ottocento, alla stampa di invenzione, prodotto artistico di autonoma espressione. Raffigurando nella serialità degli esemplari di carta stampati le proprietà e le caratteristiche di un linguaggio autonomo, gli artisti novecenteschi hanno esonerato la grafica dal ruolo subordinato rispetto alla pittura e alla scultura da essa a lungo mantenuto.
Il procedimento seriale della grafica, ripetitivo di esemplari - e non copie - ha sfatato così quella concezione aristocratica dell'arte che salvaguardava il pregio della rarità dell'opera unica, in linea con quanto sostenuto da Walter Benjamin nel saggio del 1936 "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica", nel quale il filosofo affermava: "L'opera d'arte è sempre stata riproducibile". E oggi, maestri come Carrà, Vedova, Guttuso, Consagra, Melotti, Pomodoro, Santomaso, Ghinzani, Carmi, Bacci, Gaspari, Morandis, Pirro, Forgioli, Guidi, Benevelli, Dova, Scanavino, Staccioli, Tenconi, Trubbiani, Vespignani, Pavarotti, Conte e molti altri, sono qui a dimostrarlo, in un viaggio sfaccettato ma idealmente ininterrotto tra ricerca astratta geometrica e lirismo, figurazione e approccio concettuale, informale ed espressione pop.