Jimmie Durham – Matronato alla Carriera
Cerimonia di conferimento del Matronato alla Carriera della Fondazione Donnaregina a Jimmie Durham con Laudatio di Carolyn Christov-Bakargiev.
Comunicato stampa
La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee è lieta di annunciare la cerimonia di conferimento del Matronato alla Carriera all’artista, saggista, poeta e attivista politico Jimmie Durham (Arkansas, 1940). Annunciato lo scorso 22 dicembre, in occasione della presentazione nel percorso della collezione permanente dell’opera di Durham Presepio (2016), il riconoscimento sarà conferito all'artista presso il museo MADRE di Napoli (Via Settembrini 79), mercoledì 26 aprile 2017 alle ore 18:00 (Sala Re_PUBBLICA MADRE, piano terra).
La cerimonia sarà accompagnata da una Laudatio in onore dell’artista, tenuta da Carolyn Christov-Bakargiev, direttore della GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e del Castello di Rivoli-Museo d’Arte Contemporanea, e già direttrice artistica della Biennale di Istanbul (2015) di dOCUMENTA(13) nel 2012 e della Biennale di Sydney (2008).
Giunto alla sua seconda edizione, il riconoscimento a Jimmie Durham celebra la profonda relazione fra l’artista internazionale e la città di Napoli e la Regione Campania, nonché una ricerca artistica contemporanea improntata ad un “supremo umanesimo” nella difesa di ogni minoranza o differenza e nella la straordinaria capacità di dare dignità a ciò che è ai margini, ritenuto umile, povero ed effimero. Queste le motivazioni in esteso del conferimento:
“Dopo la prima edizione di questo riconoscimento, istituito dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee nel 2014 e conferito nello stesso anno a Mimmo Jodice – maestro assoluto della ricerca fotografica contemporanea e sublime ambasciatore nel mondo della civiltà mediterranea e della sua città, Napoli – la Fondazione Donnaregina è orgogliosa di conferire, mercoledì 26 aprile 2017 il secondo Matronato alla Carriera a Jimmie Durham, artista internazionale che ha trovato negli ultimi anni a Napoli e in Campania molteplici ragioni di ispirazione per la sua ricerca artistica, improntata ad un supremo umanesimo. Nella sua stringente indagine fra etica ed estetica, Durham è autore di un’arte intesa come decostruzione dei concetti cardine della cultura occidentale, volta a smantellare stereotipi e costrutti dominanti, ma che non rinuncia ad una proposta ricostruttiva conferendo alle componenti e ai materiali delle sue opere – come legno, pietra, plastica, carta, stoffa, ossa, oggetti dismessi e scarti, spesso rinvenuti nei luoghi in cui l’artista interviene – la possibilità di innescare una riflessione radicale sugli statuti stessi dell’arte e della realtà oggi. Anche grazie a Jimmie Durham, oggi, Napoli e la Campania restano oggi centri propulsori di cultura e civiltà contemporanee, luoghi di attrazione internazionale e aggregazione sociale, di sperimentazione e produzione, riflessione e condivisione delle più alte forme e pensieri contemporanei. Durham esprime un’arte intesa come difesa di ogni forma di espressione ed identitaria differente o considerata minoritaria, non solo a livello culturale; e quindi come rivendicazione ed occupazione di spazi e tempi di alternativa e di libertà che conferiscono un rinnovato senso di responsabilità al singolo e alla collettività; come rispetto e valorizzazione di ogni manifestazione dell’esistenza, accogliendo anche le espressioni più umili per ritrovare in esse e riconsegnarci la grandezza, l’armonia e l’universalità stessa del mondo che ci circonda”.
Jimmie Durham (Arkansas, 1940) è un’artista, saggista, poeta e attivista politico. Avvalendosi di una pluralità di linguaggi, come il disegno, la scrittura, il video, la performance e principalmente la scultura, Durham orchestra tra loro simboli culturali e pure presenze oggettuali, in una costante dialettica fra la bellezza e la sua destrutturazione. Dopo aver studiato arte a Ginevra, nel 1973 Durham torna negli Stati Uniti e diviene un attivista dell’American Indian Movement, associazione a sostegno dei diritti dei Nativi Americani. In questi anni si dedica esclusivamente all’attività politica e diviene direttore dell’International Indian Treaty Council e rappresentante delle Nazioni Unite. Dopo un decennio d’intensa attività politica, Durham riprende contatto con l’ambito delle arti visive a New York. Dopo aver vissuto alcuni anni in Messico, nel 1994 l’artista rientra in Europa. Tra le materie ricorrenti nella pratica scultorea, installativa e performativa di Durham ritroviamo la pietra e il masso, che assumono un valore simbolico o svolgono un’azione plastica. In molte sue opere i simboli della contemporaneità e del benessere (mobilio, frigoriferi, automobili o aerei), appaiono schiacciati sotto il peso di pietre e massi, che Durham ha descritto come riferimenti all'architettura, una disciplina che l’artista interpreta criticamente come struttura che ci illude di vivere nella stabilità e che, in contrasto con la natura, crea invece un ordine che spinge gli uomini a una ripetitività infinita di gesti e consuetudini. Nei primi anni Novanta l’artista inizia a produrre una serie di sculture assemblando tra loro materiali e oggetti eterogenei: elementi di recupero di origine industriale, utensili e beni di consumo quotidiano composti a formare strutture all'apparenza arbitrarie. Gli scarti della società dei consumi sono consapevolmente abbinati a elementi di origine naturale, o che si riferiscono all’idea stereotipata delle culture tradizionali, in modo da formare agglomerati poliedrici dai riferimenti molteplici: ritratti insieme entropici, lirici e critici della nostra contemporaneità e del suo inconscio multiforme, in cui coesistono efficientismo industriale e mistero insondabile, tradizione e poesia, aneddoto e storia.
Negli ultimi cinquant'anni Durham ha esposto le sue opere presso le più importanti istituzioni internazionali, fra le quali: MAXXI, Roma (2016); Serpentine Gallery, Londra (2015); Parasol Unit Foundation for Contemporary Art, Londra (2014); MuHKA, Anversa, Belgio (2012); Palazzo Reale, Napoli (2012); MACRO, Roma (2012); Portikus, Frankfurt am Main, Germania (2010); MAM/ARC-Musée d'art moderne de la Ville de Paris, Parigi (2009); MADRE-Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina, Napoli (2008); Kunstverein, Munich (1998); De Vleeshal, Middelburg, (1995); Palais des Beaux-Arts, Bruxelles (1993). Durham ha inoltre partecipato a numerose esposizioni internazionali e biennali, tra le quali: Biennale di Venezia (2012, 2005, 2003, 2001 e 1999); Biennale di São Paulo, Brasile (2010); Biennale di Sydney (2004);Whitney Biennale, New York (2006 e 1993); Documenta, Kassel, Germania (2012 e 1992). Nel 2017 tre tra i più importanti musei nordamericani gli dedicheranno la prima retrospettiva nel suo paese d'origine: Hammer Museum, Los Angeles; Walker Art Center, Minneapolis; Whitney Museum of American Art, New York. Inoltre nell’agosto 2017 sarà inaugurata una sua mostra personale presso Migros Museum di Zurigo.
Tra le numerose pubblicazioni sull'artista ricordiamo: Jimmie Durham, Amoxohtli. A road nook, Koenig Books, London, 2011; Jimmie Durham. Poems that do not go together, Wiens Verlag/Edition Hansjörg Mayer, 2012; Kreuger, Anders (a cura di), Jimmie Durham. A matter of life and death and singing, Zurich: JRP/Ringier, 2012; Jimmie Durham. Look Ahead, Parkett, Zürich-New York/Atelier für Siebdruck Lorenz Boegli, 2013; Jimmie Durham. Waiting to be interrupted - selected writings 1993-2012, Mousse Publishing, Milano, 2014; Jimmie Durham. Various items and complaints, Serpentine Galleries/Koenig Books, London, 2015; Jimmie Durham. Venice, work and tourism, Mousse Publishing, Milano, 2015; Anne Ellegood (a cura di), Jimmie Durham. At the Center of the World, Hammer Museum, Los Angeles, 2016.
Durham ha ricevuto durante la sua carriera numerosi riconoscimenti tra cui il Goslar Kaiserring nel 2016.
Durham è presente anche nella collezione del museo MADRE di Napoli con l'opera Presepio, presentata in occasione delle festività natalizie 2016, che rispetta la caratteristica configurazione del Presepe Napoletano in cui la nascita del bambino Gesù è ambientata nello scenario della città contemporanea e l’area del praesaepe è attorniata da numerose figure popolari, la cui peculiare caratterizzazione estetico-formale ha assunto nel tempo una grande pregnanza simbolica. Personaggi imprescindibili come il salvifico pescatore, il dormiente Benino, l’angelo messianico vengono collocati in uno scenario che non propone una caratterizzazione della città come spazio antropico ma, come spesso nel lavoro dell’artista, ne riproduce la vitalità attraverso le suggestioni conferite dalla preziosità cromatica, tattile e olfattiva, costitutiva dei materiali scultorei utilizzati. In quest’opera Durham riesce a rievocare la storia di una fra le più antiche tradizioni artigianali campane e a rendervi omaggio, dando vita ai suoi protagonisti e al paesaggio con le stesse materie, il marmo e il legno policromo, usato dai primi scultori che raffigurano la natività.