Taklamakan. Il deserto da cui non si esce
Una suggestiva esperienza di viaggio in questa regione è raccolta nel volume “Taklamakan” (Johan & Levi editore), con gli scatti di Dominique Laugé e le parole dello storico delle culture Laurent Gayard, e ora oltre quaranta fotografie che documentano questo viaggio arrivano a Milano da Careof.
Comunicato stampa
Solcato a nord e a sud dalle due rotte della Via della Seta, il Taklamakan, propaggine occidentale del deserto di Gobi, si trova nella provincia dello Xinjiang all’estremità occidentale della Repubblica popolare cinese. Una suggestiva esperienza di viaggio in questa regione è raccolta nel volume “Taklamakan” (Johan & Levi editore), con gli scatti di Dominique Laugé e le parole dello storico delle culture Laurent Gayard, e ora oltre quaranta fotografie che documentano questo viaggio arrivano a Milano da Careof dal 27 aprile al 10 maggio, in una mostra prodotta e organizzata da Johan & Levi che guiderà il visitatore fra tempeste di sabbia, rovine del passato e città dimenticate.
Il deserto “in cui si entra ma da cui non si esce”: ecco che cosa significa in lingua uigura Taklamakan. Molti tuttavia sono stati quelli che hanno sfidato il deserto e ce l’hanno fatta, molti i regni e le oasi che sono sorti dalle sue sabbie, prosperando per poi spegnersi nel corso dei secoli. Di quei regni oggi non rimane che qualche rovina millenaria, vestigia che spesso giacciono dimenticate accanto a città, giacimenti petroliferi e grattacieli, testimoni dell’industrializzazione recente che vede nella provincia dello Xinjiang, ricca di petrolio, gas e perfino di uranio, il nuovo eldorado cinese. I visitatori della mostra potranno approfondire il viaggio tra le pagine del libro, che affianca due racconti, la fotografia e la cronaca, chiamate a farsi eco attraverso l’incontro di due visioni del mondo che si integrano e si richiamano a vicenda, dando vita a un continuo gioco di specchi fra due diversi modi di narrare, mescolando passato e presente, realtà e finzione.
Dominque Laugé, si è formato al Brooks Institute of Photography di Santa Barbara, California, studiando con Bob Werling e Ansel Adams. Dal 1985 opera come fotografo professionista, prima a Ginevra e Milano e poi in Francia, dove è tornato nel 2005. La sua ricerca si focalizza sul paesaggio e sulla natura morta. Per le sue fotografie ha ricevuto numerosi premi tra cui l’Epica Award (1990), riconoscimenti dell’Art Directors Club italiano per varie campagne pubblicitarie, (1991-1993), il Kodak European Gold Award per il ritratto (1995, 1996) e il Prix Mediastar (2005).
Laurent Gayard è laureato in scienze politiche all’EHESS (Scuola di studi superiori in scienze sociali) e insegna presso l’Istituto di Studi Politici (IEP) di Parigi.