The Dance of the Living Stones
“The Dance of the Living Stones” conclude l’omonimo progetto video di Angelo De Grande, le cui riprese si sono svolte nell’agosto del 2016 al Grande
Cretto di Alberto Burri a Gibellina.
Comunicato stampa
La mostra “The Dance of the Living Stones” verrà presentata in anteprima a Milano dal 15 Maggio
al 25 Maggio 2017, presso i locali della Mediateca Santa Teresa (via della Moscova, 28), nell’ambito
del MilanoPhotofestival (www.milanophotofestival.it/events/lara-leo-pietro-alfano-the-danceof-the-living-stones)
per poi essere riproposta a Ragusa (presso la galleria Sudestasi Contemporanea)
in luglio.
“The Dance of the Living Stones” conclude l'omonimo progetto video di Angelo De Grande
(www.thedanceofthelivingstones.it), le cui riprese si sono svolte nell'agosto del 2016 al Grande
Cretto di Alberto Burri a Gibellina (opera di land art sorta sui ruderi del paese distrutto dal terremoto
del Belice nel 1968).
Luogo simbolo di un evento drammatico, in questo progetto il Cretto si afferma come emblema di
un’eterna rinascita e di liberazione da un passato di sofferenza: da monumento statico, l’opera di
Burri si rivela infine teatro dinamico. La metamorfosi dei corpi danzanti e il parallelismo tra micro
e macrocosmo rappresentano il fulcro di questo lavoro, che si propone di valorizzare un’opera
troppo poco conosciuta, approfittando del centenario della nascita del suo autore e del completamento
e futuro restauro dell’opera stessa.
Ricoperti di argilla crettata, i performers emergono dal Grande Cretto raccontando con la danza il
dialogo tra il nuovo (la parte dell’opera più recente, ancora bianca, “fresca”) e il vecchio (la parte
più antica, grigia e ormai ricoperta di vegetazione), in un turbinio di movimenti spezzati e contrastanti
che giungono infine all’armonia. La coreografia, curata dal duo MÓSS, mira a raccontare
un giorno di magia in un "teatro" silenzioso, lontano da tutto e da tutti.
The Dance of the Living Stones rianima, anche solo per pochi attimi, questo freddo sudario, per
ridargli vita e per celebrare la conclusione di quest’opera di cristallizzazione dello spazio iniziata
più di trent’anni fa.
Le più di cento fotografie esposte, scattate durante i giorni delle riprese, mostrano i protagonisti
immersi negli spazi di questa immensa opera di land art: un teatro silenzioso lontano da tutto e da
tutti.
Oltre ai due fotografi ufficiali, Lara di Leo e Pietro Alfano, ci saranno piccoli contributi fotografici
di altri componenti della troupe (Andrea Marchese, Angelo De Grande, Davide e Roberta Bianca) e
di alcuni spettatori (Alessandro Cartosio).