Violenti confini
La mostra intende indagare il tema del confine e la sua rappresentazione in diversi ambiti, da quello geografico a quello sociale, da quello politico a quello biografico.
Comunicato stampa
Sabato 29 aprile presso le storiche sale della Pinacoteca Comunale di Città di Castello inaugura Violenti confini, il progetto espositivo ideato e curato dalla casa editrice Magonza (www.magonzaeditore.it), che raccoglie le opere di ventuno artisti contemporanei, italiani e stranieri.
La mostra – aperta al pubblico fino al 9 luglio 2017 – intende indagare il tema del confine e la sua rappresentazione in diversi ambiti, da quello geografico a quello sociale, da quello politico a quello biografico. Interpretando il concetto di territorio e di limite, la mostra guarda con attenzione anche all'attualità, dalle questioni di ridefinizione di vecchie e nuove frontiere, ai fenomeni dei flussi migratori. Oltre al confine inteso come “trauma”, come “frattura”, l’esposizione propone anche una declinazione immaginifica e lirica del tema, creando così un percorso aperto e capace di restituire la tensione e insieme il potenziale artistico, evocativo e creativo che accompagna da sempre la riflessione sui concetti di confine e limite.
Ventuno opere di altrettanti artisti – eterogenei per generazione, poetica e ricerca stilistica – interpretano ed esplorano l’idea di confine da una serie di punti di vista trasversali. I lavori in mostra – installazioni, dipinti, disegni, sculture, fotografie, video – sono stati realizzati perlopiù negli ultimi decenni, sino a includere un progetto concepito appositamente per l’occasione. Insieme a questi, Violenti confini presenta anche documenti risalenti a secoli passati. Il progetto espositivo parte infatti da alcune mappe storiche provenienti dalle collezioni museali di Città di Castello, valorizzando il patrimonio del territorio umbro e testimoniando come l’interesse per questo argomento attraversi epoche diverse.
Tali documenti, che apriranno la mostra, creeranno un ideale ponte con le opere d’arte contemporanea negli spazi dedicati alle mostre temporanee della splendida Pinacoteca Comunale, secondo un principio sincronico. L’allestimento si snoda in cinque ambienti, ognuno dei quali presenta una variazione sul tema.
Il rapporto tra passato e presente, fil rouge dell’intera mostra, è ben espresso nella stanza iniziale, dove antiche mappe dialogano con l’intervento site specific di Marco Baldicchi. Il confine, inteso come “trauma”, è oggetto dei lavori di Alighiero Boetti, Mircea Cantor, Dina Danish, Margherita Moscardini e Pietro Ruffo, nella seconda stanza. Il percorso prosegue con Filippo Berta, Nicolò Degiorgis, Mona Hatoum e Jon Rafman, i cui lavori affrontano il tema del confine come questione sociale e relazionale, con una forte attenzione alla presenza umana. Si concentrano invece sul confine immateriale, come soglia da oltrepassare, le opere di Christo, Paolo Icaro, Jiří Kolář, Sandro Martini, Claudio Parmiggiani e Giuseppe Spagnulo, che popolano il quarto ambiente. L’ultima stanza è dedicata a una lettura del confine in chiave biografica, con opere di Flavio Favelli, Mario Giacomelli, Adrian Paci, Dim Sampaio e Luca Vitone.
Violenti confini costituisce dunque un campo aperto di confronto su questioni cruciali del presente, offrendo una mappatura di luoghi, provenienze e approcci, capace di definire anche una geografia dell’arte contemporanea degli ultimi decenni.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Magonza, con i contributi critici di Pietro Bellasi, Alberto Fiz e Saverio Verini, schede sulle opere e sugli artisti, e un apparato iconografico dei lavori esposti.
La sede espositiva
La Pinacoteca Comunale di Città di Castello trova spazio nel palazzo rinascimentale, edificato tra il 1521 e il 1532 e completato nel 1545, che fu dimora di Alessandro Vitelli e Angela de’ Rossi. È la principale collezione d'arte dell'Umbria assieme alla Galleria Nazionale di Perugia e al suo interno si trovano importanti esempi di pittura rinascimentale e manierista, tra cui alcuni tra i primissimi lavori di Raffaello e Signorelli. La facciata principale del palazzo che si apre sul giardino all’italiana è decorata dai meravigliosi graffiti realizzati da Cristoforo Gherardi e aiuti, su disegno di Giorgio Vasari. La Pinacoteca ha ospitato importanti eventi espositivi e il recupero dell’ala est del palazzo, avvenuta nel 2005, ha permesso un’apertura al contemporaneo attraverso esposizioni personali e collettive di artisti sia storicizzati sia appartenenti alle nuove generazioni. Tra le mostre si ricordano Prima di Burri e con Burri (2005), Josef Albers. Arte come esperienza: i metodi di insegnamento di un maestro del Bauhaus (2013), Segno Forma Gesto (2014), Carlo Zauli. I bianchi (2015) e Governare il caso. L’opera nel suo farsi dagli anni sessanta ai nostri giorni (2015-16).