Lost in Arcadia
La mostra, a cura di Andrea Bruciati, prevede l’esposizione di una quarantina di opere di importanti artisti della scena internazionale di diverse generazioni, dislocate all’interno di due distinti spazi espositivi: le sale temporanee del Museo Luigi Bailo e Ca’ dei Ricchi.
Comunicato stampa
L'Associazione TRA Treviso Ricerca Arte, in collaborazione con il Comune e i Musei Civici di Treviso, è lieta di invitarvi all'inaugurazione di Lost in Arcadia che si terrà sabato 6 maggio alle ore 18.30 presso le sale tempora-nee del Museo Luigi Bailo di Treviso.
La mostra, a cura di Andrea Bruciati, prevede l'esposizione di una quarantina di opere di importanti artisti della scena internazionale di diverse generazioni, dislocate all'interno di due distinti spazi espositivi: le sale temporanee del Museo Luigi Bailo e Ca' dei Ricchi (con inaugurazione sabato 20 maggio alle ore 18.30).
Lost in Arcadia è una riflessione leggera e drammatica sulla condizione umana contemporanea ed insieme un omaggio ad un intellettuale quale Giovanni Comisso (Treviso 1895 - 1969) che di queste istanze è stato anticipatore sottile e prezioso.
Le opere selezionate possiedono la medesima temperatura di uno scrittore immoralista per vocazione, credente soltanto nei sensi, refrattario alle idee e docile all’istinto, disposto alla letteratura ‘non per pensare, ma solo per seguire gli incanti’.
Le opere presentate assecondano queste istanze accordando una visività e percezione quasi ippocratica della natura a un costante ed ossessivo senso del tempo, dalla fuggevolezza del momento creativo e dalla precarietà di ogni valore. Pertanto al sogno giovanile dell’infinità percorribile del mondo naufragato in un relativismo estremo, si avvicenda la registrazione di un tempo ora ‘peso atmosferico, immanente fino a determinare la caduta di una foglia, l’aprirsi di un fiore, il formarsi di un pensiero umano’ (da “Lamento di un conservatore”).
L’uomo e la grazia dei sensi presenti anche nei temi cari all’intellettuale trevigiano, riempiono lo spazio d’aria fissandovi eternamente la loro struttura corporale, quasi in maniera cinica, ma sempre sotto l'egida della fragilità umana. Il tutto e sempre per uno sguardo quasi fisico, nonostante la precarietà appunto dei materiali, soprattutto opere su carta e fotografie, tutta contemporanea.
Attraverso un percorso diacronico, fra maestri a lui coevi (Arturo Martini, Filippo de Pisis, Scipione, Carlo Carrà) e le istanze di ricerca più contemporanee ed internazionali (da Robert Mapplethorpe a Marlene Dumas, da Paul McCarthy a Piotr Uklanski) si intende pertanto creare un ponte fra generazioni diverse per intessere un progetto espositivo sensibile e dialettico, dove memoria e ricordo riattivano consapevolezze e moti d'animo oggi troppo spesso trascurati.
Vincenzo Agnetti
Adriano Altamira
Giorgio Andreotta Calò
Micol Assael
Gianfranco Baruchello
John Boch
Alighiero Boetti
Carlo Carrà
Sandro Chia
Roberto Cuoghi
Gino De Dominicis
Filippo De Pisis
Marlene Dumas
Paolo Gioli
Christian Holstad
Ernst Ludwig Kirchner
Tracey Emin & Sarah Lucas
Urs Luthi
Victor Man
Robert Mapplethorpe
Arturo Martini
Paul McCarthy
Roman Opalka
Emilio Prini
Gina Pane
Luca Patella
Lamberto Pignotti
Marc Quinn
Pietro Roccasalva
Scipione
Gedi Sibony
Miroslav Tichy
Franco Vaccari
Wilhelm Von Gloeden
Piotr Uklansky
Guglielmo Von Pluschow
Michele Zaza