Soonja Han – Il destino incantato
La galleria Il Ponte conclude la stagione espositiva (prima della chiusura estiva) con una personale dedicata alla coreana Soonja Han, artista globale conosciuta per i suoi vibranti dipinti astratti, sculture e installazioni, della quale vengono esposti dieci dipinti, sette sculture, otto disegni, un’animazione digitale.
Comunicato stampa
La galleria Il Ponte conclude la stagione espositiva (prima della chiusura estiva) con una personale dedicata alla coreana Soonja Han, artista globale conosciuta per i suoi vibranti dipinti astratti, sculture e installazioni, della quale vengono esposti dieci dipinti, sette sculture, otto disegni, un'animazione digitale.
Il cerchio è il centro visivo dell'opera di Han, ma il tema del suo lavoro è anche il contesto in cui esso viene visto, immaginato ed esperito come forma. Lo scarno segno/simbolo circolare è il contenuto dell'opera: un mondo interiore che lei vuole esprimere in un totale senso di libertà. L'artista rifiuta di legare la sua creatività a qualsiasi nozione ideologica e si mantiene fedele alla sua volontà di superare le sorgenti tradizionali orientali e occidentali che in lei si combinano per creare un suo proprio universo.
In questa mostra l'artista interpreta Firenze come un'immagine e uno spazio millenario, ma guardandola da una prospettiva diversa. Oltre a ritrarre trascurate narrazioni culturali nell'ambiente urbano, Han esplora i concetti correlati di forma, colore e luce attraverso i suoi dipinti circolari, installazioni e disegni. Le sue splendenti forme circolari si legano a specifiche idee astratte e alla fine proiettano la nostra percezione di Firenze in una nuova luce.
L'opera Firenze (2017), che apre la mostra, crea idealmente una connessione tra la luce che si riversa attraverso l'oculo del Pantheon e l'effetto della luce che si riverbera trai cerchi multicolori di due forme semicircolari ondulate in alluminio specchiante, che, collocate sul pavimento all'ingresso, riflettono i rosoni circolari decorati del rinascimentale soffitto a cassettoni della galleria.
Per l'artista, lo spazio è concepito come una realtà fisica, ma nel processo di visualizzarlo come opera d'arte, diventa qualcosa che va oltre lo spazio fisico. Così Han combina o separa il suo lavoro e lo spazio in cui inserisce le sue opere in modi diversi.
Note biografiche
Soonja Han nasce a Seoul, Sud Corea, nel 1952 da genitori colti che incoraggiano le sue attitudini creative e dal suo giovanile interesse per la musica, la danza e le arti visive, alla fine decide di studiare pittura alla Hongik University dal 1972 al 1978. In questo periodo il mondo dell'arte sudcoreano, nelle scuole d'arte e nelle istituzioni, è dominato da un modello di stretto accademismo e Han trova questa situazione intollerabile in quanto limita la libertà di espressione dei giovani artisti.
Han lascia la Corea del Sud per Parigi nel 1983 e riscopre se stessa in una città piena di energia, con un ambiente artistico dinamico e aperto. Decide di restare e continuare i suoi studi all’Ecole Nationale Supérieure des Arts-Décoratifs. In seguito viaggia in tutta Europa, per assorbire la sorprendente varietà di colori, sapori, e trame degli altri aspetti delle culture locali. Questi viaggi l'aiutano a formare la sua concezione di composizione formale e dotarla di un vocabolario cromatico più ricco.
Han tiene la sua prima personale alla Jean-Claude Richard Gallery a Parigi nel 1988. I dipinti che presenta mostrano superfici spesse con toni smorzati che rievocano i dipinti astratti dell'Art Informel, in netto contrasto con lalpittura figurativa allora in voga a Parigi. La mostra è un successo, e l'anno succesivo tiene una seconda personale alla Jean-Claude Richard.
All'inizio degli anni '90 Han passa dai suoi dipinti dallo spesso impasto di colore astratto alla sperimentazione di composizioni risparmiate con sottili applicazioni di colore e superfici più levigate. Questi dipinti e disegni minimalisti attraggono l'attenzione di una serie di nuove gallerie europee, quali Leila Mordoch Gallery a Parigi (1990 e 1992), Czecho a Praga (1991), Municipal Gallery in Ungheria (1994), e Mathieu Gallery a Lione (1992, 1995, 1998, 2000).
In questo fase Han è sempre più affascinata dal lavoro di Brancusi, attratta dalla sua essenza spirituale e semplicità formale. La bellezza delle sue forme eleganti la motiva a creare un linguaggio visivo simbolico più potente e ad esplorare lo spazio oltre la tela. Anche la sua personale amicizia con gli artisti Aurélie Nemours e François Morellet ha una profonda influenza su di lei. Tra i momenti passati insieme, Han ricorda in particolare una conversazione con Nemours, che ha avuto una duratura impressione su di lei. Nemours diceva: “l'arte orientale contiene tutto ciò che è necessario per dipingere, tutto ciò che io non ho avuto.”Questo porta Han a riflettere sulla propria formazione come artista asiatica, e ad un rinnovato credito dato alla forma circolare come una ricca fonte spirituale.
All'alba del nuovo secolo Han partecipa alla scena artistica mondiale con una propria e sicura posizione concettuale, e tiene regolarmente esposizioni in Europa, Stati Uniti, Giappone, e Corea. La mostra Cerchi alla Galleria Vismara a Milano nel 2002, presenta ora le sue emblematiche forme circolari in tonalità luminose e vivide, e segna un significativo punto di svolta nella sua carriera. Questi dipinti dai toni positivi ed energici riscuoto grande attenzione e successo e la Galleria Vismara le organizza nel 2004 e 2006 altre due nuove mostre a Milano. Quella del 2004 viene poi presentata alla Hundai Gallery (Corea del Sud), alla Tokyo Gallery. Tokyo (Giappone), alla galleria Hoffmann, Friedberg (Gerrmania). Le esposizioni alla galleria Vismara aprono la strada anche ad un'importante mostra a Palazzo Crispi a Napoli nel 2007. Durante questo periodo Han continua a sviluppare nei suoi dipinti maggior movimento, dinamismo, vitalità, e cromaticità.
Anche i Musei cominciano a prendere atto del suo lavoro e le offrono la possibilità di presentare opere di maggiori dimensioni e di esplorare più a fondo le relazioni tra dipinti e spazio. Al Total Museum of Contemporary Art, a Seoul nel 2004, Han progetta animazioni dei suoi caratteristici cerchi su alcuni dei suoi dipinti rotondi, dando vita a un dimensione di movimento e colore completamente nuova. E nello Shanghai Art Museum (2006), nel Busan Metropolitan Art Museum (2007) e nel Soma Museum of Art a Seoul (2009) presenta alcune serie di disegni che esplorano le relazioni delle sue forme circolari con gli spazi stessi della mostra. Il Musée d'Art Moderne Saint-Étienne Métropole tiene la sua prima retrospettiva nel 2007 e due anni dopo la include in una collettiva “Micro-Narratives”. In questi musei le installazioni di Han vengono specificatamente adattate agli spazi espositivi per spingere i visitatori a formulare intime personali impressioni delle loro interazioni con l'opera. Nel 2015 ad Han viene commissionato di disegnare il secondo orologio dello Swatch Club. E' la sua prima incursione nell'arte commerciale. Il design è inspirato dai suoi lavori a tecnica mista intitolati This is my world (2015) nei quali Han sovrappone i suoi caratteristici cerchi su una vecchia mappa del mondo, che allude al desiderio di viaggiare delle persone. Quest'orologio opera ha una risonanza tra il pubblico di massa così autentica quanto la sua arte l'ha avuta nel mondo. Recentemente, Han partecipa ad importanti mostre internazionali, quali Dislocation, Deagu Art Museum in Corea (2012); 35x35 Art Project, Copelouzos Art Museum in Atene (2014); Inhabiting the World, Biennale di Busan (2014); Moving circles, Johyun Gallery in Busan, Sud Corea (2015); l'importante mostra sull'astrazione geometrica Rythme & Geometrie, Musée de Châteauroux in France (2016); Il destino Incantato di Soonja Han, Galleria Il Ponte, Firenze (2017).