Il Tar boccia i super-direttori stranieri nominati da Dario Franceschini. A rischio la riforma
Nominati ad agosto 2015 avevano fin da subito dato prova e sostegno a quella che era una vera e propria riforma del sistema museale italiano a firma del Ministero di Dario Franceschini. Ma qualcuno non ci è stato e ha fatto un ricorso. Che il Tar ieri ha deciso di accogliere.
“Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il TAR Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio…” così twitta questa mattina il Ministro Dario Franceschini di fronte alla decisione del Tar del Lazio di bocciare la nomina di cinque dei cosiddetti “super-direttori”. Innanzi tutto vediamo chi erano questi super direttori nominati nel corso degli ultimi due anni nell’ambito di una riforma tesa a dare autonomia ai maggiori musei italiani. Anna Coliva alla Galleria Borghese di Roma, Cristiana Collu alla GNAM, Flaminia Gennari Santori alla Galleria Nazionale d’Arte Antica, Eike Schmid agli Uffizi, Paola Marini alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Serena Bertolucci al Palazzo Reale di Genova, Enrica Pagella al Polo Reale di Torino. James Bradburne è andato alla Pinacoteca di Brera. Sylvain Bellenger è stato nominato a Capodimonte, Napoli, le Gallerie dell’Accademia di Firenze sono andate a Cecilie Hollberg, Paola D’Agostino dirige il Bargello. Marco Pierini alla Galleria Nazionale dell’Umbria e Perugia, Mauro Felicori è diventato direttore Reggia di Caserta. Paolo Giulierini è a capo Museo Nazionale di Napoli Gabriel Zuchtriegel a Paestum, Eva Degl’Innocenti di Pistoia è andata al Museo Archeologico di Taranto, Carmelo Malacrino è al Museo Archeologico di Reggio Calabria, Peter Assmann va al Palazzo Ducale di Mantova e Peter Aufreiter alla Galleria Nazionale delle Marche. Martina Bagnoli a Palazzo Ducale e Galleria Estense di Modena. Sette stranieri su 20 candidati per un bando che si era rivelato, concludendosi ad agosto 2015, una vera e propria rivoluzione per i musei italiani. Molte cose sono cambiate in questi anni nel quadro di una riforma non priva, nessuno lo nega, di difetti, ma portatrice di un cambiamento, di un’aria nuova, di prospettive inedite. E del senso di poter evolvere. Tutto questo oggi potrebbe interrompersi.
I MOTIVI DEL TAR
Un primo motivo accettato dal Tribunale Amministrativo è stata la natura aperta del concorso. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore il TAR avrebbe condannato la scelta: non sarebbe giustificata l’apertura del bando anche a “stranieri”. Su questo tema è stato accettato un ricorso di un candidato escluso che segnalava come “irregolare” la chiamata di “non italiani” alla direzione dei musei statali. In particolare, la candidatura che sembrerebbe essere stata messa sotto la lente è quella di Gabriel Zuchtriegel a Paestum (“salva” tuttavia per un vizio di forma nella notifica della sentenza da parte del TAR), il che però non rende immuni anche le altre posizioni di direttori stranieri: se passa infatti il principio che “stranieri” non possono partecipare ad un bando nazionale italiano decadono anche tutte le altre candidature. Non si capisce peraltro come si possa definire straniero un cittadino europeo e in base a quale norma il TAR possa impedire ad un tedesco o ad un francese di prendere parte ad un bando in Italia. Arriveremo al punto che i musei campani li possono dirigere solo i cittadini residenti a Napoli e dintorni?
Ma non sono solo le candidature “straniere” ad essere sotto accusa: dubbi anche su Martina Bagnoli a Palazzo Ducale e Galleria Estense di Modena, su Carmelo Malacrino a Reggio Emilia, su Eva degl’Innocenti di Taranto, su Peter Asserman a Mantova, Paolo Giulierini a Napoli. Un ricorso, poi respinto dal TAR sarebbe stato presentato anche in merito alla nomina di Mauro Felicori a Caserta. Secondo la sentenza 6171/2017 i criteri di valutazione (definiti “magmatici”) che non permettono di capire “il reale punteggio attribuito a ciascun candidato”. Scure del TAR, inoltre, ai colloqui a porte chiuse: dovevano svolgersi in maniera diversa, consentendo maggiore trasparenza e partecipazione.
LE PAROLE DEL MINISTRO
Per fortuna il TAR del Lazio (che, ricordiamolo, non fa altro che applicare le norme, spesso assurde, che vigono in questo strano paese), non ha giurisdizione sugli altri paesi europei dove professionisti italiani, pur essendo lì “stranieri” dirigono fior di istituzioni. E dove, è notizia di questi giorni, una italiana è stata appena chiamata dal neo presidente francese Macron a sovraintendere le politiche culturali francesi. Ovviamente la figura di palta internazionale è ad un passo: non resta che sperare nel Consiglio di Stato. Nel frattempo, ancora l’Italia che suicida l’Italia. “Da oggi, perché la sentenza del Tar ha decorrenza immediata, 5 musei sono senza direttore. È una azione che mi addolora: le nomine internazionali avevano fatto molto apprezzare l’italia all’estero ” è il commento del Ministro intervenuto alla conferenza stampa del progetto Migr’Arti dove ha colto l’occasione per affrontare il tema. Il Ministero contesta la posizione del Tar, allineandosi alle indicazioni date dalla Corte europea secondo cui solo funzioni di ordine (esempio le prefetture) sarebbero interdette a cittadini non italiani. Cosa che escluderebbe i musei. Intende inoltre controbattere le accuse mosse contro le presunte irregolarità nei colloqui dei candidati e circa i punteggi assegnati.
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