Paradigmi opposti del fare scultura. Guido e Magaraggia a Varese
Surplace, Varese – fino al 4 giugno 2017. Michele Guido e Andrea Magaraggia costruiscono un percorso che si intreccia, pur rivelando opposte visioni del fare scultura. La mostra, accompagnata da un manifesto concepito da Luca Pozzi, è un paradigma in cui le due identità si accentuano, contrapponendosi.
Jiggling things, la doppia personale di Michele Guido (Lecce, 1976) e Andrea Magaraggia (Valdagno, 1984), è un dialogo dialettico e serrato tra due posizioni opposte rispetto al fare scultura, unite però da una volontà di relazionarsi con lo spazio in cui agiscono. Guido ha concepito per l’occasione – adottando le sezioni in gesso dello stelo di una pianta acquatica – un giardino ipotetico, che prende in considerazione la struttura del pavimento per dare vita a un’installazione. Si crea così una sorta di tappeto che struttura lo spazio, rendendolo agibile solo allo sguardo e non al passaggio. All’interno si sviluppano delle aree in cui Magaraggia ha installato due sculture recenti, Avidya. Attraverso la resina, costruisce forme in cui la struttura intrinseca della scultura – e della materia – si sovrappongono, facendo emergere interrogativi legati alle forme statutarie di questo genere di operatività. Una scultura che interroga se stessa, quindi, vivendo la geometria rigorosa ma non piatta di Guido, ed evidenziando, insieme a quest’ultimo, le distopie di uno spazio.
– Lorenzo Madaro
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