Luci su Milano. Gli scatti di Mara Palena
Marsèll Paradise, Milano – fino al 17 giugno 2017. Nel nuovo showroom che si affianca all’attività espositiva di Marsèlleria, la seconda personale della giovane fotografa milanese ritrae le luci della città. Con un omaggio a Milano in chiave allestitiva.
Vinicio Capossela una volta ha detto che Milano è il posto dove si può avere nostalgia di tutto. La stessa malinconia dal sapore un po’ retro permea le fotografie di Mara Palena (1988; vive a Milano e Londra), alla sua seconda personale milanese dopo l’esordio da Twenty14Contemporary. Dopo l’immersione, allestita un anno fa, nell’universo teen di un’America lontana dai fasti fashion e dai lustrini del digitale, con 1915-1999 Palena offre una serie inedita di ritratti su pellicola 35mm che vedono protagonista una Milano scomparsa e le sue archeologie luminose. La città colorata e sfavillante delle scritte al neon che tra il 1915 e il 1999 hanno illuminato Palazzo Carminati in piazza Duomo, e che nelle foto dell’artista si mostrano come ricordo di sé.
UNA SERIE TARGATA MARSÈLL
1915-1999 è il quinto episodio del ciclo espositivo proposto da Marsèll Paradise Scatti, costituito da venti esposizioni temporanee di autori italiani e internazionali che raccontano l’estetica fotografica contemporanea che nasce e si sviluppa nel tessuto urbano milanese.
Ispirata al corto di William Klein Broadway by Light (1958), la mostra raccoglie su due pareti un collage concettuale realizzato ad hoc, composto da fotografie di vario formato alternate a vecchie cartoline di Milano. “Le foto sono come screenshot di un film e l’universo che viene a crearsi è legato al cinema”, spiega l’artista. “È un lavoro di finzione a carattere installativo che conserva un senso di movimento, guardando le fotografie appese sembra di muoversi di notte”.
VIDEOMAPPING ANALOGICO
Parodiando il videomapping, le scritte luminose fotografate da Palena compongono un diario metatestuale, a metà fra street photography e reportage, in cui l’installazione fotografica documenta un’installazione luminosa diffusa. Seducente in senso geonarrativo perché (de)costruisce una mappa di Milano in fotogrammi, che possiamo immaginare, riconoscere e ordinare a piacimento, 1915-1999 umanizza lettering e paesaggio dando voce ai feticci.
Luci al neon, scritte, luminarie, vecchie insegne di cinema, hotel e sexy shop brillano in una Milano notturna e un po’ nebbiosa, quasi sempre deserta, incerta tra passato e presente. Evocando non solo la storia della città e del design del dopoguerra, ma anche la nostalgia di tutto, in cui il nuovo è vintage, e il vintage novità.
– Margherita Zanoletti
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