X (2007 – 2017). 10 anni / Veronica de Giovanelli
X è il decennale di Boccanera. Un compleanno importante. X è il capitolo successivo a IX, la mostra di apertura di Boccanera nel 2007. Mentre Boccanera Project Room presenta la personale di Veronica de Giovanelli, Enrosadìra.
Comunicato stampa
"X (2007-2017). 10 anni."
BOCCANERA GALLERY, VIA ALTO ADIGE 176, TRENTO - IT
Opening: domenica 28 maggio dalle 11.00 alle 24.00 | Sunday, May 28, 11pm - midnight
29 maggio - 28 giugno 2017 | May 29 - June 28, 2017
Testo di | Text by Paola Gallio.
(for the english version, please scroll down)
10 anni.
Vorrei poter dire di aver fatto qualcosa, qualunque cosa, cosi a lungo nella vita, ma niente è mai durato tanto: non una relazione, un animale domestico, un appartamento, un lavoro, un’automobile. Niente. Tutto è passato in meno di dieci anni.
Le uniche due costanti nella mia esistenza durate più di una decade sono l'amore per l'arte, essere una donna.
Sono cresciuta in provincia, in collina e un giorno nella biblioteca della scuola ho trovato un libro di storia della’arte. Mi e’ piaciuto subito perché aveva tantissime figure. In una delle pagine ho trovato quella che mi ha infettato per sempre: un ritratto di Egon Schiele. Avevo sei anni. I miei genitori lavoravano le vigne per produrre vino prima che diventasse un trend e non sono mai entrati in un museo finché hanno visitato una delle mie mostre. Quell’immagine in bianco e nero di un ritratto di ragazza è stata l’elemento scatenante di questa patologia meravigliosa che porto con me da sempre. E come a me è successo a tanti.
L’arte è una scelta spesso dolorosa. Si deve fare i conti con un mondo che non capisce ma che in qualche modo tollera, con le piccole battaglie giornaliere:
“Paola Gallio…Professione?”
“ Curatore”
“Ah, è un medico!…e che specialistica?”
“…no, guardi, sono un curatore non un medico…organizzo mostre”.
“…ahhh, è un’artista…e beh, in effetti, si vede... ”.
“...no, non sono un’artista, sono un curatore. Organizzo mostre per gli artisti, scrivo…”.
“…mhhh. Metto scrittore?”
“…no, sono curatore, non sono uno scrittore, sono occupazioni diverse…”.
“…bene, però io voglio sapere qual’e’ il suo lavoro! Come si guadagna da vivere signora?”
…questo si, dura da dieci anni.
Ho conosciuto Giorgia di recente tramite un collezionista, amico caro e mentore, in un posto improbabile a un aperitivo a Milano. L’amicizia in comune unita a quel naturale magnetismo cosmico, che porta gli esemplari simili a fare branco, ci connesse immediatamente.
Giorgia mi dice che ha una galleria, da anni, che si sposta su di un mezzo commerciale che parcheggia in seconda fila, che è specializzata in artisti Est Europei e Sud Est Europei.
Sono perplessa e incuriosita perché ai tempi in cui ho studiato la mappa dell’Europa, il sud est europeo era la Jugoslavia, e ancora ora faccio fatica a ricordarmi dove siano dislocate geograficamente le varie nazioni dopo la pace.
Giorgia invece conosce gli artisti venuti fuori dal conflitto e dalla caduta del sogno tecnologico bolscevico.
Giorgia è Giorgia Lucchi da sempre, e Boccanera Gallery da dieci anni che non è a Sarajevo né a Venezia, o a Milano. Boccanera è a Trento, una zona di confine, dove le culture diverse s’incontrano e convivono.
Giorgia pensa a Trento come a New York, a Londra, a Berlino dove, nell’era di Instagram la centralità non è necessaria.
Boccanera si è trasferita dalla città in una zona periferica, all’uscita del casello Trento Nord a meta’ tra la Galleria Civica di Trento e in direzione Museion, Bolzano, scegliendo come un navigato marinaio, una posizione ideale per le rotte dei flussi migratori del sistema dell’arte.
Opta per un ampio spazio industriale a servizio degli artisti che rappresenta, fatto per “esporre”, perché è questo che un gallerista dovrebbe priorizzare nella scelta di una sede. Spesso nella corsa ceca al successo si perde di vista l’essenziale.
Avendo un’identità fluida occasionalmente scorre via dai 200 metri quadri di Via Alto Adige per riaffiorare in Via Ventura a Milano, In Via Beatrice d’Este per MI art, in Via Roberto da Sanseverino per MUSE.
Boccanera è una galleria che ha una passione sfrenata per gli spazi indipendenti e spesso, ne assume i connotati. Si è costruita la possibilità di essere entrambe le cose per una serie di fattori che sono maturati nel tempo e che hanno fatto si che potesse crescere in questo senso.
Vivendo da anni a New York ho imparato che essere galleristi alternativi è sempre “cool”, ma senza mercato, forse si è sbagliato mestiere. Giorgia usa Boccanera come Spazio Espositivo Trasversale con un forte impianto curatoriale perfettamente calibrato sulla sua attività galleristica, facendo un lavoro di ricerca specifico per la natura commerciale dello spazio.
Giorgia è nomade e spesso si spinge negli atenei, e in veste di GALLERIA di ricerca colma quella lacuna inestinguibile tipica delle istituzioni accademiche italiane, dove gli studenti d’arte non hanno nessun outlet sul mondo. Boccanera li scova e in alcune occasioni li porta fuori, perche’ in tutto quello spazio c’e’ anche una project room per progetti più audaci e per gli artisti anche più giovani, dei giovani che già rappresenta.
X è il suo decennale. Un compleanno importante. X è il capitolo successivo a IX, la mostra di apertura di Boccanera nel 2007.
In X Giorgia presenterà i lavori di tutti gli artisti che hanno partecipato ad una mostra in Boccanera negli ultimi 10 anni, con un allestimento in stile Salon, rispettando il pieno flusso di coscienza che rappresenta la passione e la libertà, l’anticonformismo della galleria.
L'arte è cronica per alcuni. Arriva inaspettata, è un’inclinazione mentale. Non importano le origini o la provenienza geografica, l’arte s’insinua e colpisce in modo incurabile. Alcuni, i più forti riescono a reprimere, altri mediano e agiscono al coperto, la maggior parte ci si tuffa senza vergogna, e con orgoglio ne porta la bandiera.
Da IX a X è un grande passo. Una vittoria.
X è il segno tangibile che la vita ti insegna come viverla, se si sopravvive sufficientemente a lungo.
(english version)
10 years.
I wish I could say that I have done something, anything, for that long in life.
Nothing ever lasted so long: not a relationship, a pet, an apartment, a job, a car. Nothing. Everything has come and gone in less than ten years.
The only two constants in my life, lasting more than a decade, are my love for art and being a woman.
I grew up in the countryside, up in the hills, and one day, in the school library I found an art history book. I liked it right away because it had so many pictures, compared to a regular one. On one of the pages, I found one that has infected me forever: a portrait of Egon Schiele. I was six years old. My parents worked the vineyards to produce wine before it became a trend and they never entered a museum until they visited one of my exhibitions. That black-and-white image of a girl has been the trigger of this unusual pathology that has always been with me and, as to me, it has happened to many others.
Art is often a painful choice. You have to deal with the real world that doesn’t understand it but somehow tolerates it. Going through your small daily battles:
”Paola Gallio ... Profession?”
”Curator.”
”Ah, you are a doctor! ... and what’s your specialty?”
”... no, look, I’m a curator, not a doctor ... I’m organizing exhibitions.”
”... ahh, you are an artist ... and well, in fact, one can tell ...”.
”... no, I’m not an artist, I’m a curator. I organize exhibitions for artists, I write ... “.
”... meh. Let’s put down Writer… “
”... no, I’m a curator, I’m not a writer, they are different occupations ...”.
”... well, I just want to know what is your job! How do you earn aliving, young lady? “
... this has lasted for ten years.
I recently met Giorgia for an aperitif in Milan in a weird place, through a collector, a dear friend, and a mentor. While that natural cosmic magnetism, which brings similar specimens to the pack, and our commune friendship, we connected immediately.
Giorgia tells me that she has had a gallery for years, that she drives a commercial vehicle parked illegally in the second row, and that she specializes in Eastern European and South East European artists.
I am puzzled and curious because the last time I studied a map of Europe, Southeastern Europe was Yugoslavia, and I’m still struggling to remember where the nations were geographically located after the conflict was over.
Georgia, however, knows the artists who came out of the war, after the fall of the Bolshevik’s technological dream.
Giorgia, it has been Giorgia Lucchi forever, and Boccanera Gallery for ten years which is not in Sarajevo, or in Venice, or in Milan. Boccanera is in Trento, a small city near the border area, where different cultures meet and live together.
Giorgia thinks about Trento as New York, London, Berlin because centrality is not necessary in the era of Instagram.
Boccanera moved from the city to a suburb area, just right off the Trento North exit, halfway between the Trento Civic Gallery and in the Museion – Bolzano direction, choosing as a navigated sailor might, an ideal location for the routes of the migratory flow of the Art system.
She chose a large industrial space for the artists she represents, designed to “exhibit art” because this is what a gallerist should prioritize when selecting a venue. However, often in the blind race to success, the essential gets lost.
Having a fluid identity, occasionally Boccanera flows away from the 200 square meters of Via Alto Adige to re-emerge in Via Ventura in Milan, Via Beatrice d’Este for MI art, in Via Roberto da Sanseverino for MUSE.
Boccanera is a gallery that has an unbridled passion for independent spaces and often it takes over their identity. It has built a chance to be both over time, due to endless well-planned moves, it is able to grow in this respect. Living for years in New York I learned that being an alternative gallerist is always “cool” but without a market, maybe you have chosen the wrong job. Giorgia uses Boccanera as a Transversal Exhibition Space with a high curatorial impact. By doing specific research for the commercial nature of the space, she perfectly calibrates its identity.
Giorgia is nomadic and often goes to the universities, and as a research GALLERY, she fills that inextinguishable gap between art students and the professional art world, typical of the Italian Academic institutions. Boccanera gives them an outlet and occasionally brings them to it project room dedicated to avant-garde projects for even younger artists than it already represents.
X is its tenth anniversary. It is a significant birthday. X is the next chapter after IX, Boccanera’s opening exhibition in 2007.
In X Giorgia will present the works of all the artists to whom she has dedicated an exhibition with a Salon-style setting, respecting the full flow of consciousness that represents the passion, the freedom, and the nonconformity of the gallery.
Art is a chronic illness for some people, and it comes unexpectedly. Art is a mental inclination, your background or your culture does not matter. Art injects its virus in you and hits incurably. Some, the strongest can suppress it, others mediate and act under the covers, most dive into it without shame, and proudly they carry the flag.
From IX to X is a significant step. A victory.
X is the tangible sign that Life teaches you, actually how to live it... if you can live long enough...