Gibbs Farm. In Nuova Zelanda c’è un parco di sculture mozzafiato

Artisti internazionali e grandi opere a cielo aperto nel parco di sculture Gibbs Farm, in Nuova Zelanda. Cornice naturale straordinaria, con interventi di altissimo livello…

Alan Gibbs è uno degli uomini più ricchi della Nuova Zelanda. Imprenditore di successo, ha fondato la Gibbs Amphibians, con stabilimenti a Detroit, Michigan, Nuneaton e Auckland, specializzata nella produzione di veicoli anfibi ad alta velocità. Dal 1999 si trasferisce a Londra ma mantiene col suo paese d’origine un legame forte, al di là degli affari. Appassionato collezionista, Gibbs ha infatti creato 20 anni fa la Gibbs Farm, un’area di circa 4 km situata nei presso di Auckland, sull’isola del Nord, una delle due isole maggiori che formano lo stato neozelandese, nel cuore dell’Oceano Pacifico meridionale. Qui, in un contesto naturale di straordinario fascino, con il porto di Kaipara – il più grande dell’emisfero meridionale – a dominare il waterfront e l’Oceano a circondare le distese verdeggianti, si ergono oggi le grandi sculture di 22 artisti di fama mondiale, tra i nomi più influenti della scena contemporanea. Un parco  immerso nella quiete, tra specchi d’acqua lambiti dalla luce cristallina, greggi al pascolo e fazzoletti di vegetazione color smeraldo: le opere d’arte sono monumenti straniati, solitari, alieni e insieme progettati in perfetta comunicazione col contesto. Divenendone parte, armonicamente.

ALCUNE OPERE SPETTACOLARI

C’è Horizons di Neil Dawson, tra le prime sculture commissionare da Gibbs: un profilo ondulato di ferro, che simula un fazzoletto stropicciato oversize, stagliato contro il cielo. E l’effetto è quello di uno straordinario tromp l’oeil. Trasparente, mosso dal vento, sovrastante. Oppure c’è Red Cloud Confrontation in Landscape di Leon Van Den Eijkel, una sequenza colorata di volumi regolari che degradano in altezza, organizzati sul prato come un’architettura modernista, minimalista, che ha tutti i colori del paesaggio intorno: una superficie orizzontale obliqua, con cui scandire questo scorcio di natura.
Anish Kapoor ha invece installato qui un gigantesco corpo ellittico, una membrana in PVC rosso modellata intorno a una struttura d’acciaio: pelle distesa nello spazio a disegnare un timpano, una tuba, un frammento organico, molto simile ai lavori presentati alla Turbine Hall della Tate o al Baltic Centre. Di Sol leWitt c’è l’imponente piramide del 1985, composta da piccoli blocchi di calcestruzzo: archetipo matematico e simbolico, la struttura assume nello sconfinato scenario bucolico una potenza sacra,  senza tempo.
Tra le installazioni più spettacolari c’è anche Arches, di Andy Goldsworthy, una fila di archi in pietra scozzese, costruiti secondo una delle tecniche tipiche nell’antica Roma. Circondati dall’acqua, gli archi – come porte, varchi, spazi di transito – mettono insieme tradizione architettonica, suggestioni migratorie, estetica del paesaggio e immaginazione. Un’apparizione onirica, in un parco delle meraviglie. Visitabile su prenotazione.

 – Helga Marsala

 http://gibbsfarm.org.nz

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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