Vivian Maier – Dagli Stati Uniti allo Champsaur
La mostra presenterà un corpus di 48 opere della grande fotografa statunitense appartenenti al “Fondo francese Vivian Maier” e una selezione di 15 vintage americani.
Comunicato stampa
In occasione della III edizione del Festival delle Basse - che si svolge a Este, in provincia di Padova, dal 2 al 4 giugno 2017 - il Museo Nazionale Atestino è lieto di presentare la mostra "Vivian Maier. Dagli Stati Uniti allo Champsaur" che sarà ospitata dal 2 al 25 giugno 2017 nella Sala delle Colonne della sede del Museo a Este. L'esposizione - a cura di Federica Gonzato e Francesca Zanardo, promossa dal Museo Nazionale Atestino - Polo Museale Veneto e realizzata in collaborazione con la Association Vivian Maier et le Champsaur - presenterà un corpus di 48 opere della grande fotografa statunitense appartenenti al "Fondo francese Vivian Maier" e una selezione di 15 vintage americani.
La mostra - che si articola in un percorso che si snoda attraverso due nuclei di opere che inquadrano due differenti momenti della produzione di Maier e che sarà accompagnato anche dalla proiezione di alcuni documenti video dedicati all'artista - si propone di indagare e far conoscere al pubblico una parte meno conosciuta della biografia e dell'opera della fotografa americana, legata alla terra natale della madre, la Francia e, in particolare, alla regione dello Champsaur, nel dipartimento delle Alte Alpi.
Vivian Maier nasce nel 1926 a New York da padre americano e madre francese con la quale, tra il 1932-1933, si trasferisce a Champsaur in Francia dove risiede per alcuni anni. Dopo essere rientrata negli Stati Uniti nel 1938, Maier torna in Francia tra il 1950 e il 1951 per mettere all’asta una proprietà di famiglia che le era stata lasciata in eredità, ed è in questo momento che inizia a realizzare parte dei lavori espositi in occasione della mostra al Museo Nazionale Atestino. Percorrendo la regione in bicicletta, inizia a scattare le sue prime fotografie “francesi” catturando i volti delle persone che incontra - contadini, bambini, anziani - con la stessa ossessione per la documentazione e l’accumulo che caratterizza la sua successiva produzione americana e rappresenta una delle chiavi principali della sua poetica.
Tornata a New York, con i soldi ricavati dalla vendita della casa in Francia compra una Rolleifleix 6×6 con la quale inizia a viaggiare negli Stati Uniti prima di stabilirsi a Chicago per lavorare come bambinaia, iniziando allo stesso tempo a dare libero sfogo alla propria passione per la fotografia. Tra il 1959 e il 1960 compie un lungo viaggio intorno al mondo e come ultima tappa sceglie di tornare nuovamente a Champsaur dove continua la documentazione della regione e dei suoi abitanti spostandosi in bicicletta e scattando moltissime fotografie.
Negli anni successivi, rientrata nuovamente e definitivamente negli Stati Uniti, Maier continua a lavorare come bambinaia e a scattare moltissimo, anche a colori, andando a costituire l’enorme archivio - composto da oltre 40mila negativi, dei quali circa 15mila ancora all'interno di rullini non sviluppati - tornato recentemente alla luce grazie al lavoro di John Maloof. Nel 2007, infatti, a causa di alcuni pagamenti insoluti, parte dei beni e della produzione fotografica di Maier erano stai ceduti e chiusi in un armadietto di archiviazione. Questi beni vennero successivamente messi all'asta e furono acquistati per poche centinaia di dollari da Maloof, fotografo per passione e agente immobiliare per professione, in cerca di materiale fotografico per la scrittura di un libro sui quartieri di Chicago.