Francesco Barbieri – La città industriale immaginata
Al Museo Piaggio di Pontedera si terrà la mostra Francesco Barbieri. La città industriale immaginata momento conclusivo del progetto Cantieri d’arte 2017.
Comunicato stampa
Dal 10 giugno all’8 luglio 2017 al Museo Piaggio di Pontedera si terrà la mostra Francesco Barbieri. La città industriale immaginata momento conclusivo del progetto Cantieri d’arte 2017.
Il progetto è promosso dal Comune di Pontedera e dalla Fondazione Piaggio, con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione con CRED Valdera, Liceo Classico Scientifico XXV Aprile di Pontedera, Associazione Culturale Libera Espressione e con la partecipazione della Biblioteca Giovanni Gronchi di Pontedera. Main Sponsor: Toscana Energia, Caparol e Fossetti Costruzioni. Sponsor: Menichini Edilizia, Randich Jacopo - Broker Assicurativo, Belli & Di Grazia Infissi.
I Cantieri d’arte, che arrivano quest’anno alla XV edizione, vogliono offrire ai ragazzi del liceo la possibilità di sperimentare la pratica artistica attraverso il contatto diretto con artisti affermati a livello nazionale e internazionale. Il presupposto da cui nasce l’iniziativa si basa sul principio secondo cui l’educazione all’arte contemporanea va inserita in una dimensione di contatto diretto con l’artista, capace di sviluppare l’immaginazione e la creatività. Il progetto prevede quindi un workshop settimanale da febbraio sino a maggio e la mostra conclusiva in cui oltre ai lavori dell’artista coinvolto vengono esposti quelli realizzati dai ragazzi.
L’edizione 2017 propone agli studenti un percorso innovativo dal titolo La città industriale immaginata, ideato da Carlo Alberto Arzelà e dall’artista Francesco Barbieri, dove al centro della ricerca c’è la città come luogo di memorie e come spazio per il futuro. Pontedera, realtà urbana che ha interpretato la crescita economica e sociale del ‘900 e che vede una profonda trasformazione e riqualificazione degli spazi industriali, si presta perfettamente sia al tema del progetto che all’espressione artistica di Francesco Barbieri e al suo amore per gli ambienti fortemente antropizzati. Sono, infatti, i paesaggi industriali, urbani, i tunnel, le infrastrutture e le aree ferroviarie alcuni dei temi che entrano a far parte dell’immaginario di Francesco Barbieri. Catturati in tratti rapidi, vertiginosi e sfuggenti e passaggi cromatici di grande impatto, essi restituiscono ora la frenesia, ora l’asetticità della vita contemporanea e l’alienazione della figura umana.
Nato a Pisa nel 1976, Barbieri ha mosso i primi passi nel mondo dell’arte come writer, viaggiando nelle principali città europee e americane e lasciando la sua firma su ogni superficie che le città mettevano a disposizione. Dopo anni, chiude questa esperienza e si appassiona alla pittura iniziando a lavorare con diverse gallerie italiane. Barbieri è un instancabile sperimentatore sia nei supporti, che possono essere tele, carte artigianali e pannelli ma anche materiali di recupero, sia nella tecnica che usa: dalla china infatti passa ai collage, agli acrilici ed alle vernici spray. Con il suo lavoro su tela degli ultimi anni l’artista ha esplorato molteplici soggetti mutuati dal folklore tipico dei graffiti, fino all’estetica cruda delle periferie e dei paesaggi ferroviari, sulla quale la sua ricerca si sofferma, cercando di descrivere quelle “terre di nessuno” situate ai confini urbani.
L’artista ha guidato gli studenti cercando di trasmettere loro la sua capacità di vedere il fascino e soprattutto, di sentire la storia, passata, presente e futura degli edifici industriali presenti in città, e tradurre tutto ciò in immagini e paesaggi mentali. Le fabbriche sono vive, sempre: quando in uso, sono cattedrali del lavoro, con tutto ciò che questo comporta; una volta dismesse, possono diventare invece abitazioni per emarginati, atelier per artisti di strada e luoghi di aggregazione. Sono perciò ambienti in grado di suggerire un’infinità di possibili usi che a volte, come nel caso di Pontedera, si traducono in realtà, attraverso importanti e spesso complesse opere di riqualificazione.
La vita, valore positivo per eccellenza, che anima industrie, città e megalopoli, è forse in ultima analisi ciò su cui Francesco Barbieri ci vuole far riflettere attraverso i suoi dipinti, così evocativi ma anche malinconici, nel loro restituirci la solitudine e la disumanità di certi spazi urbani.