È Karole P.B. Vail la nuova direttrice della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia
Curatrice “Guggenheim” da sempre, è nipote di Peggy, con un cv di curatele e pubblicazioni di tutto rispetto. Succede a 37 anni di gestione Philip Rylands.
Nuovi equilibri alla Collezione Peggy Guggenheim di New York che annuncia un cambiamento al vertice con la nomina di Karole P.B. Vail, 58 anni, a direttrice della sede veneziana e della sezione italiana della Fondazione. È uno scatto di carriera in seno alla “scuderia” del Guggenheim dove la curatrice è cresciuta essendo parte dello staff dal 1997 e soprattutto nipote di Peggy Guggenheim. La Vail è inoltre la seconda direttrice nella storia della collezione veneziana succedendo a Philip Rylands che ha tenuto le redini dell’istituzione per 37 anni, chiamato a dirigere le attività e lo sviluppo del palazzo, e del patrimonio in esso custodito, dopo la morte di Peggy Guggenheim, nel 1979. Divenuto vicedirettore nel 1986 e poi Direttore nel 2000, nove anni dopo Rylands ha assunto anche l’incarico di Direttore per l’Italia della Fondazione Guggenheim. Sotto la sua guida, la Collezione si è guadagnata il titolo di museo di arte moderna e contemporanea più visitato in Italia e di secondo museo con la maggiore affluenza di visitatori a Venezia. Dopo il passaggio di consegne diventerà “emerito”.
CHI È LA NUOVA DIRETTRICE
Tra le mostre organizzate da Karole Vail al Museo Solomon R. Guggenheim di New York, organizzata in collaborazione con l’Art Institute di Chicago e il Los Angeles County Museum of Art, spicca la retrospettiva Moholy-Nagy: Future Present (2016). Attualmente sta collaborando all’organizzazione della retrospettiva ad Alberto Giacometti, che sarà presentata al museo Guggenheim di New York nel 2018. È co-fondatrice e co-direttrice di Non-Objectif Sud, un programma di artist-in-residence ed espositivo senza fini di lucro nel sud della Francia. Innumerevoli sono le mostre e le pubblicazioni nel suo curriculum. Alla nomina la Vail ha dichiarato: “Ho conosciuto e amato fin da bambina la collezione di Peggy, così come il palazzo e il giardino che la ospitano. Ora è un privilegio e un onore per me guidare questa istituzione eccezionale, portando avanti la visione di Peggy e assicurando che continui ad avere una parte vitale nella cultura odierna, come lei avrebbe voluto. Assumo questo compito con un senso di grande responsabilità, un occhio al futuro e un profondo apprezzamento per tutto quello che di straordinario ha realizzato Peggy”.
UNA NOMINA DI MERITO E ANCHE DIPLOMATICA?
Ma la nomina della Vail potrebbe mettere anche a posto tutta una serie di “questioni di famiglia”, nate in una serie di discussioni e di dibattiti tra la Collezione e gli eredi. La storia comincia nel 1992 e ha come protagonisti da una parte l’istituzione veneziana dall’altra gli eredi di Peggy, capitanati da Sandro Rumney, nato a Venezia, ma residente a Parigi. Questi ultimi non sarebbero contenti di come la fondazione ha gestito il lascito della mecenate trovando addirittura “dissacranti” alcune scelte come il mettere la segnaletica vicino alla lapide di Peggy e affittare il cortile per delle feste. Ma la Fondazione, naturalmente, sostiene di aver sempre lavorato nel rispetto dei desideri della collezionista. La questione è spinosa ed è di lungo corso. Chissà che la nomina della Vail non segni un cambio di rotta anche in questo senso?
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