Sol LeWitt: gli anni Settanta
Mostra antologica dell’opera grafica di Sol Lewitt (Hartford, 9 settembre 1928 – New York, 8 aprile 2007).
Comunicato stampa
Sabato 17 giugno 2017, alle ore 20:30, a Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG Museo Internazionale della Grafica - Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” - Atelier “Guido Strazza”, si inaugura la mostra antologica dell’opera grafica di Sol Lewitt (Hartford, 9 settembre 1928 – New York, 8 aprile 2007), che continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con la storia della grafica europea e proseguito con le personali di Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Bernard, Mirò, Dufy, Picasso, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Marcoussis, Assadour, Henri Goetz, Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Anselmo Bucci, Perilli, Raphaël, Del Pezzo, Mascherini, Bartolini, Marino, Azuma, Guarienti, Richter, Viviani, Arp, Viani, l’ “Omaggio a Breton” che ripercorreva la storia del Surrealismo, Fazzini e Max Bill.
Solomon LeWitt, meglio noto come "Sol", è stato uno degli artisti contemporanei più amati dal grande pubblico, forse per l’apparente facilità di lettura delle sue opere, formate da semplici figure geometriche, spesso in dialogo con l’architettura, ora condotte da un segno minimo ora accese da colori sgargianti. È noto per essere stato uno dei padri fondatori dell’arte minimale, quale reazione al dilagare dell'idea di Jackson Pollock (“quando io sono nella mia pittura, non so esattamente che cosa stia facendo. La pittura vive di una vita propria”), e dell’arte concettuale, per la costante attenzione alle strutture mentali e visuali, alle qualità percettive, che permettono all’opera di rinnovarsi continuamente ed essere ogni volta unica. Ecco perché la mostra, ricca di 80 tra litografie e serigrafie, pubblicate in America e in Italia, analizza gli anni Settanta, il decennio in cui con poche linee, poche forme fondamentali (quadrilateri, sfere, triangoli) e i colori rosso, giallo, blu e nero, progetta, elabora e costruisce uno schema essenziale con varianti di elementi geometrici reiterati e modulati secondo un doppio fuoco: l’idea e il risultato dell’idea. Scrive: “Non ho mai pensato che se la cosa fosse esistita solo come idea sarebbe stata un’idea completa”.
Su queste basi si sviluppa la produzione di Sol LeWitt, dalle Structures, sculture ambientali costituite di griglie tridimensionali, simili a strutture molecolari, di cubi in successione, ai Wall Drawings, grandi pitture murali la cui esecuzione viene lasciata ai suoi assistenti e il risultato finale è presentato insieme al progetto esecutivo, esposto a fianco del murales per aiutare l’osservatore a comprenderne l’idea di base e la conseguente complessità di sviluppo.
NOTIZIE BIOGRAFICHE
Sol LeWitt nasce ad Hartford (Connecticut) il 9 settembre del 1928. Compiuti gli studi alla Syracuse University di New York (1945-49), dopo un periodo trascorso in Europa per studiare l’arte antica, insegna tra il 1969 e il 1970 presso la School of visual arts e, nel 1970, presso la New York University. Durante un periodo di lavoro presso il Museum of Modern Art, entra in contatto con artisti quali Robert Ryman, Dan Flavin e Robert Mangold.
Oltre che in numerose personali (importanti le retrospettive del 1974 al Museum of Art di San Francisco e del 1978-1979 al Museum of Modern Art di New York), i suoi lavori sono stati presentati alle manifestazioni organizzate dal Museum Fridericianum di Kassel, Documenta 4 nel 1968 e Documenta 5 nel 1972; alla 29ª edizione della Biennale di Venezia (1980) e, nel 1985, alla rassegna Minimal Art I presso il Musée d'art contemporain di Bordeaux.
Tra le altre mostre di rilievo: Sol LeWitt Drawings 1958-1992, organizzata dal Gemeentemuseum dell’Aia nel 1992 e ripresa nel corso degli anni successivi da numerosi musei in Inghilterra, Germania, Svizzera, Francia, Spagna e Stati Uniti; Sol LeWitt Prints: 1970-1995, una mostra itinerante e d’insieme organizzata dal Museum of Modern Art di New York nel 1996. La retrospettiva più recente è del 2000, organizzata dal San Francisco Museum of Art, e trasferita in seguito al Museum of Contemporary Art di Chicago e al Whitney Museum of American Art di New York. Negli anni Ottanta Sol Lewitt si trasferisce in Italia, a Spoleto, dove è vissuto fino a pochi mesi dalla sua morte avvenuta a New York l’8 aprile 2007.
La mostra, corredata da libri d’artista, cataloghi, filmati, immagini e documenti, utili a far capire il mondo espressivo di Sol Lewitt, rimarrà aperta fino al 15 settembre 2017, tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 17.00 alle ore 20.00 (la mattina per appuntamento).