Umberto Cavenago – Eccentrica immaginaria
Umberto Cavenago sfida continuamente lo spazio costruendo macchine che sono piccoli mondi immaginari, che prendono forma dalla sua passione per la cultura del progetto, intrecciata con la passione per la cultura artistica.
Comunicato stampa
Umberto Cavenago sfida continuamente lo spazio costruendo macchine che sono piccoli mondi immaginari, che prendono forma dalla sua passione per la cultura del progetto, intrecciata con la passione per la cultura artistica. “Eccentrica Immaginaria” è il titolo dell’installazione site specific che Umberto Cavenago ha pensato e costruito per Surplace. Si tratta di una forma dinamica proiettata nello spazio per articolarlo, la sfida è stata quella di trasferire nella realtà un percorso perimetrale di un settore di corona circolare eccentrica rastremata. La parete dello spazio espositivo diventa il “terreno percettivo”, che organizza topologicamente il “materiale visivo”. L’elemento architettonico della parete seziona la forma e crea un confine tra ciò che è visibile e concreto, e ciò che è immaginato e dissimulato. Le finestre dello spazio, elementi di trasformazione, sono il motivo concreto che ha determinato le dimensioni e la collocazione dell’opera. “Eccentrica immaginaria” è un dispositivo scultoreo che dimora dentro e fuori, una sineddoche visiva dove nessuna materia è data: non ci si può sbattere la testa, ma c’è la sensazione di trovarsi davanti qualcosa. Cavenago riflette così sulle possibilità costruttive di un oggetto ma anche su come lo stesso abita lo spazio e il tempo, invitandoci a camminare nel vuoto dell’ambiente ma dentro un’eccentrica visione.
Umberto Cavenago
Partecipa alla XLIV Biennale di Venezia nel 1990; nello stesso anno espone nella mostra “L’altra scultura” al Mathildenhöe a Darmstadt, al Palacio de La Virreina a Barcelona e al Centro de Arte Reina Sofia a Madrid. Nel 1991 è presente con una sala personale a “Metropolis” al Martin-Gropius Bau di Berlino. Nel 1992 espone alla mostra “Recent Italian Art, al Center of the Arts a Pittsburgh. Nel 1993 al Museo Pecci a Prato presenta un’opera mobile che attraversa gli spazi espositivi. Partecipa alla Biennale di Johannesburg nel 1995; nel 1996 ad “Ultime Generazioni” in occasione della XII Quadriennale d'Arte a Roma. È presente con una sala personale alla 23a Biennale di San Paolo e contemporaneamente con la mostra “Visioni”, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 1997 l’opera “Nastro trasportatore”, è presentata a Le Magasin, Centre National d'Art Contemporain di Grenoble per la mostra “Des histoires en formes”. Tra le esposizioni più recenti si ricordano “Scultura italiana del XX secolo” e “Scultura italiana del XXI secolo” presso la Fondazione Pomodoro. Nel 2011alle Officine Grandi Riparazioni di Torino per “Esperienza Italia 150”. Dal 2015 gestisce uno spazio espositivo indipendente all’interno di una sua installazione permanente “L’alcova d’acciaio”, nascosta in un bosco delle Langhe.