Jakob Philipp Hackert – I porti del Re

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO DI GALLIPOLI
Piazza Imbriani, Gallipoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

giugno e settembre dalle 10 alle 21
luglio e agosto dalle 10 alle 24
novembre 10/13 - 15/17

Vernissage
20/06/2017

ore 18 su invito

Biglietti

Intero 7 euro Ridotto 6 euro (studenti, professori, forze dell’ordine, gruppi di almeno 12 visitatori e convenzioni attive) Ridotto 4 euro (6-14 anni, oltre 65 anni, scolaresche, diversamente abili e relativi accompagnatori, gruppi superiori a 20 unità, residenti) Gratuito per minori fino a 5 anni, guide turistiche con patentino e con gruppo, disabili, giornalisti accreditati. La biglietteria chiude mezz’ora prima della chiusura del Castello

Artisti
Jakob Philipp Hackert
Generi
arte antica

La Sala ennagonale dell’antico maniero accoglierà le nove grandi opere dell’artista tedesco, vissuto nel diciottesimo secolo, raffiguranti i porti pugliesi del Regno di Napoli e conservate nelle collezioni della Reggia di Caserta, la residenza reale più grande al mondo, diretta da Mauro Felicori.

Comunicato stampa

Lo storico dell’arte, docente universitario, autore e conduttore televisivo Philippe Daverio sarà tra i protagonisti dell'inaugurazione della mostra "I porti del Re" di Jakob Philipp Hackert che si terrà martedì 20 giugno (ore 18 - ingresso su invito) al Castello di Gallipoli, in provincia di Lecce, gestito dal 2014 dall’Agenzia di Comunicazione Orione. Sino al 5 novembre la Sala ennagonale dell'antico maniero ospiterà nove grandi opere dell'artista tedesco, raffiguranti altrettanti porti pugliesi del Regno di Napoli. Le opere furono realizzate su commissione di Re Ferdinando IV che, nella primavera del 1788, incaricò il pittore ufficiale di corte di ritrarre in dipinti e disegni tutti i porti del Regno borbonico. La mostra, a cura di Luigi Orione Amato e Raffaela Zizzari, è prodotta dal Castello in collaborazione con la Reggia di Caserta e il Comune di Gallipoli. Nel corso dell'inaugurazione il professor Daverio e il direttore generale della Reggia di Caserta Mauro Felicori, saranno insigniti del Premio Barocco 2017.

Il viaggio di Jakob Philipp Hackert, da Manfredonia a Taranto, dura più di tre mesi. L'artista appronta il materiale occorrente per poter poi ritrarre, una volta rientrato a Napoli, tutti i porti delle tre estreme province orientali del Regno di Napoli: Capitanata, Terra di Bari e Terra d’Otranto. Al rientro dai sopralluoghi, il pittore inizia a riprodurre su tele di grande dimensione i porti di Taranto e di Brindisi nel 1789, prosegue con i porti di Gallipoli, Manfredonia, Barletta, Bisceglie e Santo Stefano di Monopoli nel 1790, esegue nel 1791 il porto di Trani e infine chiude la serie nel 1792 con il porto di Otranto. Jakob Phillip Hackert (1737-1807) nacque in Germania a Prenzlau. Viaggiò molto in Europa e raggiunse la fama con le sue tele di scorci pittoreschi. Lavorò per Caterina di Russia e in Italia soggiornò a lungo a Roma, Firenze e Napoli. Qui, Ferdinando IV gli commissionò dodici quadri raffiguranti i porti del Regno delle Due Sicilie. L'intera commissione delle Vedute dei Porti del Regno è riconducibile alla volontà del Re di Napoli di emulare quanto il Re di Francia Luigi XV aveva realizzato, affidandone l'esecuzione al pittore Claude-Joseph Vernet nel 1753, con la serie di Vedute dei Porti di Francia. Le opere furono create sulla scorta di schizzi disegnati da lui stesso, come suggeriscono le repliche di figure ricorrenti in più tele: una raccolta di 136 cartelle di disegni preparatori conservata presso lo Staatliche Museeum di Berlino.

Le nove tele saranno esposte nella Sala ennagonale, gioiello rarissimo e unico esempio di architettura militare di tale forma e dimensione. La sala ha, infatti, un diametro di 20 e un’altezza di 10 metri, con copertura a padiglione, inglobata nella torre grande posta nello spigolo sud-est della fortezza, interamente circondata dal mare. Sulle pareti, spesse 9 metri, si aprono le maestose bocche di fuoco. La torre grande è frutto di vari rimaneggiamenti dell’ingegno di Francesco di Giorgio Martini da Siena che cercò di adeguare la fortezza ai nuovi criteri imposti dal perfezionamento delle artiglierie senza demolire le preesistenze. È proprio in questa torre che giacciono le origini dell’arcaico sistema difensivo gallipolino, un mastio antichissimo di dimensioni minori e forma differente rispetto alle attuali.