Visioni geometriche. Opere dalla collezione #5
Con la mostra Visioni geometriche si giunge al quinto appuntamento del progetto Opere dalla collezione, un ciclo pluriennale di mostre che intende valorizzare la collezione permanente del MACRO, esponendo a rotazione le opere in deposito attraverso percorsi di dialogo tematici tra le stesse.
Comunicato stampa
Dal 23 giugno al 22 novembre 2017 si svolge al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma la mostra Visioni geometriche, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e curata da Antonia Rita Arconti e Daniela Vasta.
In occasione della inaugurazione della mostra il 22 giugno, avrà luogo alle ore 19 la performance sonora di Piero Mottola VOICES, 2016 e CHINESE VOICES, 2017 - passeggiata emozionale per 16 e 64 voci con il coro di 64 voci del workshop “Ornamento e Musica Relazionale” dell’Accademia di Belle Arti di Roma (diretto da Piero Mottola) e con il coro di 16 voci dell’Università Statale del Molise (diretto da Gennaro Continillo). Di Piero Mottola, artista visivo e compositore, nel percorso di mostra è presente l’opera Sequenza Cromatica E37, del 1999.
Con la mostra Visioni geometriche si giunge al quinto appuntamento del progetto Opere dalla collezione, un ciclo pluriennale di mostre che intende valorizzare la collezione permanente del MACRO, esponendo a rotazione le opere in deposito attraverso percorsi di dialogo tematici tra le stesse. Il progetto ha preso il via nel maggio 2015 con L’altra metà dell’arte. Un percorso al femminile nella collezione MACRO dedicato alle donne artiste della collezione, proseguendo nel novembre 2015 con Egosuperegoalterego. Volto e Corpo Contemporaneo dell’Arte. Nel maggio 2016 il terzo appuntamento con la mostra Segni, alfabeti, scritture. Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione MACRO, che ha indagato il rapporto tra arti visive e scrittura, e nell’ottobre 2016, per il quarto appuntamento, la mostra Arte e Politica con una serie di opere legate al tema dell’impegno politico, sociale e civile.
La mostra Visioni geometriche presenta un totale di 26 opere, tra dipinti e sculture, datate prevalentemente tra i primi anni ’60 e la fine degli anni ’90. Il percorso espositivo permette, tra le grandi personalità, di riscoprire artisti e opere forse meno noti, con aperture verso eventuali nuovi fronti di indagine.
Filo conduttore della mostra è la ricerca artistica astratta – secondo cui l’immagine è svincolata dalla volontà di rappresentare il reale – che utilizza geometrie e colori come strumenti linguistici autonomi, partendo da premesse teoriche e modalità operative differenti.
L’esigenza di ricondurre la molteplicità della natura a forme geometriche essenziali appartiene all’arte di tutti i tempi. Nel Novecento però l’astrazione geometrica si sgancia da ogni riferimento alla realtà e diventa un linguaggio indipendente, con regole, principi costruttivi e schemi compositivi propri. Gli studi scientifici sulla percezione visiva portano alla nascita di filoni di ricerca artistica vicini alle teorie della Gestalt (psicologia della forma), ai modi espressivi dell’Optical Art, dell’Arte Cinetica e dell’Arte Programmata. Tendenze, queste ultime, che mirano al coinvolgimento dell’osservatore, anche attraverso illusioni ottiche e di movimento, fino a renderlo elemento primario del processo creativo (Eventualismo). Più essenziali gli esiti formali dell’approccio cosiddetto “analitico”, con particolare riferimento alla pittura. Dalla fine degli anni ’60 queste ricerche spesso si abbinano all’uso di materiali nuovi, prodotti industrialmente, con uno sconfinamento verso il design, e influenzano, in certo modo, la grafica contemporanea e il linguaggio dei mass-media.
Ventiquattro delle opere in mostra sono esposte nelle Sale Collezione del museo. Si tratta di lavori di Mario Ballocco, Gastone Biggi, Nicola Carrino, Lia Drei, Francesco Guerrieri, Tano Festa, Ignazio Gadaleta, Marcolino Gandini, Paolo Cotani, Guido La Regina, Sergio Lombardo, Carlo Lorenzetti, Teodosio Magnoni, Aldo Mengolini, Piero Mottola, Guido Strazza, Marco Tirelli, Augusto Vanarelli, Valeria Gramiccia, Giovanni Pizzo, Anna Maria Vancheri, Franco Cannilla e Osvaldo Calo’.
Fuori dalle Sale Collezioni completano la mostra altre due opere che sono parte degli allestimenti permanenti degli spazi museali: No Stop di Piero Dorazio, del 1996, una grande composizione a bande colorate verticali e orizzontali con illusione prospettica e la Danza tra triangoli e losanghe per tre colori, 2010, del francese Daniel Buren (in Comodato d’uso pluriennale Unicredit).
La mostra sarà corredata da un catalogo edito da Teseo Editore contente testi critici di Antonia Arconti e Daniela Vasta.