Il corpo come misura. Pedro Cabrita Reis a Roma
Magazzino, Roma – fino al 25 luglio 2017. La nostra specie non può vantare alcun privilegio né alcuna posizione dominante nell’Universo. Solo attraverso la centralità dell’uomo si può arrivare alla salvezza. Verso quell’eterno, assoluto, del quale l’universo stesso è pervaso in ogni sua particella. Cabrita Reis torna a Roma per indicarci un percorso.
Partendo dal proprio corpo, Pedro Cabrita Reis (Lisbona, 1956) sviluppa un’intera mostra. Attraverso una misurazione e un canone realizza quattro opere, collocate in due spazi differenti, le cui dimensioni rimandano a quattro posizioni del suo corpo: in piedi, sdraiato, appoggiato e a braccia aperte. Un dato reale e uno fisico vengono declinati in pura astrazione. Cabrita Reis privilegia sin dai primi Anni Novanta materiali industriali, alternati a luci al neon e pigmenti. Cemento, mattoni, acciaio, legno. Con essi realizza opere altamente poetiche. Come quella del 2015 posta all’esterno del Maxxi (La Casa di Roma), tuttora visibile. Il corpo è sempre presente anche nei lavori di scultura, pittura e fotografia. Inteso come spazio privato, universo interiore, proiettato all’esterno. Per Cabrita Reis l’uomo deve tornare a essere la misura di tutte le cose, oggi più che mai. Con un chiaro messaggio politico. Aldilà dei recenti sconvolgimenti sociali e al di sopra di ogni legge economica o di mercato.
– Michele Luca Nero
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