Los Angeles in salsa pop-surrealist. Un reportage dall’opening alla Merry Karnowsky Gallery, con un compiaciuto Jeffry Deitch mimetizzato tra i visitatori. Artribune c’era
È una delle più affermate gallerie del sottobosco della Low Brow Art di Los Angeles, attenta alla sena degli emergenti e dei mid-career internazionali più originali e vicini all’undergound: tanta pittura da Merry Karnowsky, con accenti pop e street, e tante contaminazioni con il mondo del fumetto, dell’illustrazione, del graphic-design. Tutta al femminile la mostra […]
È una delle più affermate gallerie del sottobosco della Low Brow Art di Los Angeles, attenta alla sena degli emergenti e dei mid-career internazionali più originali e vicini all’undergound: tanta pittura da Merry Karnowsky, con accenti pop e street, e tante contaminazioni con il mondo del fumetto, dell’illustrazione, del graphic-design.
Tutta al femminile la mostra inaugurata lo scorso weekend. C’è Aiko, che fa parte del collettivo di street art Faile (recentemente scoperto da Gagosian e lanciato nell’iperspazio dell’arte contemporanea “bene”), e che punta su una comunione tra stencil art, nuovo pop americano e giapponese e colori neon. E poi Tara McPherson, considerata una delle artiste più rappresentative del Pop Surrealismo, con le sue donne che incarnano un mix di bellezza ideale e atmosfere creepy. L’ arte di Lindsay Way, invece, è fatta di carta e colla, con cui crea bambole-sculture intrappolate dentro box di plexi, come tesori sotto vetro di una Wunderkammer. E infine Deedee Cheriel, che utilizza forme antropomorfe e tratti decisi, quasi illustrativi, per descrivere situazioni surreali ed inquietanti.
A passeggiare allegramente tra gli spazi della galleria, a sorpresa, spunta pure Jeffrey Deitch, alias Mr. MOCA, tra le personalità più discusse ed influenti dell’arte contemporanea. Sorseggiando il suo vino, commentava incuriosito e chiacchierava amabilmente. Noi, non ci siamo fatti scapare l’occasione e uno scatto, nel nostro reportage veloce, non potevamo non dedicarglielo!
– Giorgia Mannucci
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