La fascinazione per il Rinascimento italiano continua a imporsi nel mondo, e questa volta è il genio di Michelangelo ad essere celebrato a New York, attraverso gli affreschi della Sistina. Se poter ammirare un’opera originale nel suo contesto originale, qualunque esso sia, è comunque il modo migliore per apprezzarla, si deve anche riconoscere che non tutti possono permettersi di viaggiare per scoprire l’arte di Paesi lontani. Ma essendo l’arte patrimonio di tutta l’umanità, è giusto offrire, oggi che la tecnologia lo permette, la possibilità di colmare queste distanze, anche proponendo nuove ottiche di fruizione. “Up Close: Michaelangelo’s Sistine Chape” è la mostra curata dalla storica dell’arte Lynn Catterson che permette ai newyorkesi e ai turisti di passaggio di scoprire da vicino il ciclo della Sistina sin nei minimi particolari.
GLI AFFRESCHI DI MICHELANGELO VS CALATRAVA
L’impatto è sicuramente forte perché, grazie alla tecnologia, gli affreschi di Michelangelo hanno la possibilità di “confrontarsi” non con la maestosa architettura rinascimentale, ma con quella contemporanea di Santiago Calatrava, che ha progettato l’Oculus (nome ufficiale: World Trade Center Transportation Hub) donandogli però il respiro di una cattedrale, anche se, all’indomani dell’inaugurazione le perplessità fra i newyorkesi erano molte, se un cittadino l’ha così definita sul New York Times: “Sembra la carcassa di un tacchino dopo il giorno del Ringraziamento”. Ma superato il primo impatto, l’Oculus è entrato nella vita della città anche grazie alle manifestazioni culturali che vi si tengono.
UNA VISIONE RAVVICINATA
34 le scene riprodotte, che privilegiano la dimensione del particolare, in modo da poter apprezzare questa monumentale opera pittorica nei suoi aspetti più nascosti. Invece, le grandiose scene de La creazione di Adamo e del Giudizio Universale, sono riprodotte a grandezza quasi naturale. La tecnica utilizzata è quella della fotografia digitale ad altissima definizione, successivamente applicata su tela. Pur non possedendo il respiro degli originali, in un certo senso queste riproduzioni permettono una fruizione migliore degli affreschi, in primo luogo perché la digitalizzazione ha permesso di “coprire” le piccole crepe sugli intonaci presenti qua e là a Roma, e, nel caso specifico del Giudizio Universale essendo collocato esattamente di fronte all’entrata della Cappella, non permette una lunga sosta per ammirarlo con la dovuta attenzione. Posizionate invece ai lati dell’immenso atrio dell’Oculus, e soprattutto ad altezza di visitatore, queste riproduzioni rendono possibile, in un certo senso, “entrare” nelle opere, cogliere tutti quei piccoli particolari che in Vaticano sono invece a distanze considerevoli per l’occhio umano.
– Niccolò Lucarelli
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