Nada Pivetta – Un elogio alla scultura
L’artista Pivetta si distingue per il nitore presente nelle sue opere e la grande maestria nella conoscenza delle tecniche scultoree e l’impegno sociale e civile espresso in molti dei suoi lavori artistici.
Comunicato stampa
Dedicare una mostra estiva, di scultura, ad un'artista come Nada Pivetta è sicuramente un intento che anela ad augurare il buon auspicio che questa arte liberale merita da sempre.
Molti sono stati i riconoscimenti istituzionali a lei riservati; vincitrice del premio “Scultura nella città” alla Permanente di Milano nel 2008, ideatrice del progetto scultoreo “Arte sotto Milano” per la Metropolitana Milanese, presente al parco della scultura dell’Idroscalo e nella collezione d’arte dell’ospedale di Niguarda, e in molti ambiti urbani, socio culturali - anche afferenti alla sua cattedra di Scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Milano - L'artista Pivetta si distingue per il nitore presente nelle sue opere e la grande maestria nella conoscenza delle tecniche scultoree e l'impegno sociale e civile espresso in molti dei suoi lavori artistici.
Tra i materiali utilizzati si rilevano: il legno, la ceramica, il bronzo, la ghisa…sperimenta l'elemento tattile sia nella sacralità del legno che nella consistenza dei metalli pesanti come il bronzo e la ghisa. Di fatto gli elementi scultorei ferrosi grazie alla loro consistenza fisica sanno sopravvivere agli eventi della storia rivitalizzando in tal modo il concetto di permanenza nel tempo dell'opera d'arte.
Ciò che colpisce l'attenzione in primis nelle opere di Nada Pivetta è il potente dualismo che ne scaturisce. “Due” è il numero dei sessi che generano la vita, è anche inclusivo del pieno e del vuoto; elementi fondamentali per comprendere l'arte scultorea, che è effettivamente l'unica materia artistica che giunge alla tridimensionalità e che permette allo scultore di produrre manufatti di grande pregio anche grazie alla possibilità di osservarli secondo angolazioni multiple e a 360°.
La relazione con lo spettatore si fa dunque intima, intensa, ricca di allegorie e di riferimenti provenienti dal simbolismo filosofico/artistico, - come nel caso dove l'artista coniuga felicemente l'estetica alla volontà di libertà interiore - e genera vigorose emozioni latenti e manifeste al contempo.
E' interessante notare come il linguaggio classico presente nelle opere esposte in galleria si sposi perfettamente con un'attitudine volta alla contemporaneità con quella lettura che sa introiettare molteplici significazioni ricche di senso contenutistico e sensibile.
Le opere sono maestose, eleganti e raffinate sia nella forma che nella composizione, danno così appagamento ai sensi e piacere oggettivo e soggettivo che giungono all'osservatore come elementi di peculiarità. Le forme variano, a volte sono morbide e sinuose, altre sono spezzate e angolari, accompagnate da cromie che virano dai grigi/neri ai blu/bianchi (..e non solo...), così l'attenzione si muove verso molteplici direttive: dall'artigianalità alla creatività artistica dove la manualità sfocia in pura creatività all'occhio e al tatto.
La mostra meneghina accolta in Galleria STATUTO13 in Brera, nel cuore pulsante e artistico della città, è la risultanza di un attenta selezione di opere d'arte create in un lungo lasso temporale. Esemplificativo è il dialogo esistente tra le ceramiche blu e quelle bianche ci immerge nel tema dell'acqua e le opere sono avvolgenti, tranquillizzanti. Si avverte una percezione quasi cinestetica del corpo con la sensazione di “immersione” nelle acque virtuali rappresentate dalla ceramica.