All’ombra del Vesuvio. La storia di Telemachos Pateris
O' Vascio Room Gallery, Somma Vesuviana – fino al 17 luglio 2017. Pulita e splendente, la nuova personale di Telemachos Pateris organizzata a Somma Vesuviana disegna un percorso sulla storia e sulla leggerezza del male.
Con Sulla perdita della memoria, una operazione di scavo nel proprio orizzonte autobiografico, Telemachos Pateris (Volo, 1974) trasforma lo spazio quadrangolare della O’ Vascio Room Gallery in cenotafio silenzioso, luogo della perdita e del ricordo. Mediante tre strutture metalliche (dedicate rispettivamente alla nonna, al padre e a se stesso), un epigramma funebre su cui è incisa, in greco, la scritta “Dei cavalli l’insensato ritorno / di Evangelia, padre, fratello / dalla morte rapiti” e uno specchio che riflette e raddoppia l’epitaffio andato ormai perduto (la scritta ricorda “l’assassino del padre e del fratello di Evangelia, madre di mia madre, avvenuto nel giugno 1919 nella provincia di Smirne all’inizio della pulizia etnica”), l’artista realizza “un disperato atto di resistenza all’oblio che avvolge” le sue “radici culturali”. Si tratta infatti di un vivace solco temporale che parte dal massacro nazista di Drakeia (suo padre è stato l’unico a salvarsi) per andare, a ritroso, in Asia Minore, e fotografare la famiglia della nonna materna, sopravvissuta al genocidio degli Armeni. Ma anche di una navigazione nei mari delle rimembranze, dove tutto si fa eterno, dolce.
– Antonello Tolve
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