Rafa Munárriz – Sulla curva chiusa
Sulla curva chiusa, prima mostra personale in Italia di Rafa Munárriz (Spagna, 1990), con la curatela di Marta Ramos-Yzquierdo.
Comunicato stampa
L’artista Rafa Munárriz (Madrid, 1990) costruisce la sua ricerca artistica partendo da un’osservazione quotidiana e silenziosa. Registra, archivia e accumula azioni e materiali, dai piu’ minimi dettagli a grandi strutture. Uno sguardo attento che identifica non solo i materiali, ma anche le energie che vengono associate all’idea di costruzione come progresso sociale. Munárriz continua il lavoro sull’archivio personale analizzando i codici stabiliti in contesti predeterminati. Quelle regole che sono talvolta presupposte - per esempio, quelle determinate dalla natura - come quelle che sono imposte dalle dinamiche sociali – e gia’ presenti negli esempi del passato. Per la sua personale alla Galeria Macca, l’artista ha realizzato una serie di disegni, sculture e una video-installazione partendo dall’osservazione dei circuiti di corse automobilistiche, come quello destinato alla Formula 1 a Interlagos, São Paulo. Questi complessi, come i teatri greci dai quali derivano, sono esempi dell’applicazione del concetto di “curva chiusa”. Le opere funzionano, in questo modo, come un insieme che permette di iniziare una riflessione sui flussi, percorsi, circuiti, transiti e, la chiave di lettura del suo lavoro, le possibili trasformazioni attraverso l’alterazione dei codici di cui sopra.
Come si apre il cerchio? Dove ci porterebbe la sua linea infinita? Che nuovi significati si troverebbero pensando a cosa c’e’ fuori dal cerchio, dal circuito chiuso, dall’Isola?
Munárriz, proponendo una transformazione nei transiti di energia nei suoi circuiti, ovvero modificando i codici del circuito originale, crea una metafora di un processo di sovversione in un sistema, o struttura, sociale.
BIO
Rafael Munárriz nasce in Spagna nel 1990, finisce le Belle Arti alla UCM nel 2014 con menzione speciale, compiendo scambi culturali con l’Universita’ ABK de Stoccarda, la SAIC di Chicago e USP di São Paulo. Durante gli ultimi anni ha esposto il suo lavoro in varie mostre personali (Galeria Pelaires di Palma di Mallorca; Eva Ruiz a Madrid) e collettive (Casa do Povo (São Paulo); Mumok (Vienna); La Casa Encendida de Madrid) sia in Spagna che all’estero. Ha vinto diversi premi e borse di studio, nel 2016 quella della Fondazione Botin. Attualmente sta terminando una residenza a São Paulo all’interno del programma Pivô Pesquisa y Residência FAAP, cosi’ come nel programma PIESP diretto da Adriano Pedrosa.
Marta Ramos-Yzquierdo e’ storica dell’arte laureata alla UCM Madrid, ha conseguito un Master in Gestione Culturale all’Instituto Ortega y Gasset, e fa parte del ICI New York (Bogotá, 2014). In Brasile, dal 2009 al 2013 dirige la Galeria Baró e il Centro d’Arte Pivô, a São Paulo. Attualmente risiede a Barcellona, dove dirige LOOP Fair, ed e’ curatrice indipendente. Ha curato numerose mostre in Europa e in America Latina, e ha scritto testi critici per artisti quali Ricardo Alcaide, Marlon de Azambuja, Alberto Casari, Cristina Garrido, Julius Heinemann, Victor Leguy, Bruno Moreschi, Yoshua Okón, Sara Ramo, Flora Rebollo, Matheus Rocha Pitta, Sara&André, Tercerunquinto, Fábio Tremonte, Carlos Amorales e Felipe Ehrenberg; e scrive per le riviste Arte al Día, Arthishock and a-desk.org