Fortunato Depero
Arazzi, acquerelli, collage e tarsie di stoffe colorate, olii e disegni preparatori, oltre ai celebri manifesti pubblicitari e a copertine di riviste: uno scorcio che va dal 1917 al 1947 sulle opere dell’artista futurista, esposto nell’ambito della mostra “Fortunato Depero”.
Comunicato stampa
Arazzi, acquerelli, collage e tarsie di stoffe colorate, olii e disegni preparatori, oltre ai celebri manifesti pubblicitari e a copertine di riviste: uno scorcio che va dal 1917 al 1947 sulle opere dell'artista futurista, esposto nell'ambito della mostra “Fortunato Depero”, trent'anni di produzione “eclettica e pirotecnica” come la definisce lo storico dell'arte Maurizio Scudiero che ne ha curato il catalogo.
Da sabato 14 ottobre a sabato 11 novembre Modena ospita quindi una selezione di 24 opere del grande artista futurista Fortunato Depero (Fondo, 30 marzo 1892 - Rovereto, 29 novembre 1960) provenienti da prestigiose collezioni private, in una mostra a ingresso gratuito, presso lo studiodel curatore modenese Marco Bertoli in via Carlo Farini 56.
Un'occasione unica per ammirare, in una panoramica di trent'anni di attività, pezzi che vanno da “Costruzione di gobbo” (1917, matita e acquerello su carta) a “Danza di coni” (1947 circa, matita e inchiostro su carta), dalla serie di collage di carte colorate dedicata ai “Numeri” (del 1926 circa), alle “Donne del tropico” (1945, olio su tavola).
Tutte opere selezionate da Bertoli - consulente per la casa d'aste Christie's a New York e Londra dal 2005 - che, per poco più di un mese, saranno eccezionalmente visibili al pubblico: dai primi “arazzi” futuristi, in realtà mosaici di stoffe colorate (da non perdere il progetto esecutivo per arazzo “Cavalcata fantastica” del 1920), ai numerosi studi per manifesti pubblicitari come quelli per la Campari, per cui Depero nella sua carriera ha realizzato centinaia di proposte. Tra gli altri in mostra “Anche il gatto beve il Campari” del 1927 e alcuni studi per il “Numero Uno Futurista Campari” del 1930-31 (realizzati già a iniziare dall'anno precedente), perchè “L'Arte dell'avvenire sarà potentemente pubblicitaria” scrive Depero nel suo “Manifesto dell'arte pubblicitaria”, sempre del 1931, fino alle copertine di prestigiose riviste, realizzate nel periodo newyorkese come “Vogue” del 1930, o subito dopo come “La Rivista” del 1930-31.
Sia sul versante della grafica pubblicitaria che in quello della realizzazione delle copertine Depero rimane fedele a una continua rivisitazione iconografica: i personaggi delle sue opere sono costituiti da forme piatte e stilizzate provenienti dal mondo del teatro. Per conferire dinamicità alle composizioni ricorre quasi sempre all'espediente di un certo diagonalismo. Figura geometrica utilizzata per eccellenza è il parallelepipedo: luci e colori sono giocati su forti contrasti, con una predilezione nell'uso del bianco, del nero e del rosso, con un approccio aggressivo che ha influenzato una buona parte della grafica pubblicitaria successiva. Così come non si può non notare l'influenza che opere come “I gondolieri (o coleotteri veneziani)” del 1924-25, esposti in mostra, hanno avuto sull'arte seriale di Andy Warhol.
“Depero anticipò di cinquant'anni la Pop art - spiega Maurizio Scudiero - Anche se la sua non era una serialità industriale, bensì artigianale: ogni lavoro era unico pur nella molteplicità delle sue realizzazioni”.
“Rispetto ai colleghi futuristi Depero si rifugia sempre nella concretezza - aggiunge Marco Bertoli, curatore della mostra, da 30 anni esperto e mercante d'arte italiana e profondo conoscitore della pittura e scultura dal XIX secolo alla prima meta del ‘900 - E dopo l'esperienza newyorkese continua ad attenersi più agli ideali futuristi che non all'evoluzione del movimento, come dimostra ad esempio “Natura morta accesa” del 1936, che abbiamo scelto come immagine di mostra. L'intento di questa esposizione è quello di fornire una sintetica panoramica della carriera di questo eclettico artista, per anni svalutato a causa dei pregiudizi che lo vincolavano al secondo futurismo. Fortunatamente attualmente il valore della sua opera è stato compreso”.
Marco Bertoli
Consulente presso la Art Consulting di Modena, nel 2009 ha aperto uno studio a New York, specializzato nell'arte dell'800 e del primo ‘900, ma anche nella pittura e nella scultura italiana contemporanea. Dal 2005 è consulente per la casa d'Aste Christie's di Londra e New York. La sua esperienza trentennale si riflette in una visione dell'arte che lo ha portato negli ultimi anni a organizzare anche mostre dedicate ad artisti contemporanei. Esperto d'arte per conto di banche, enti pubblici e collezionisti privati, ha collaborato con l'Istituto Italiano di Cultura di New York dal 2014 al 2017 e con Eataly a un progetto che prevedeva l'istallazione di sculture contemporanee nei loro punti vendita in Italia.
Maurizio Scudiero
Studia estetica con Dino Formaggio e storia dell'arte moderna con Mario De Micheli, laureandosi in architettura. Contribuisce negli anni ottanta alla rivalutazione dell'opera del pittore futurista Fortunato Depero e ne è il principale studioso. Sul Futurismo e su temi correlati ha curato oltre cento mostre in Italia e all'estero, ed anche su altri specifici ambiti di interesse come la grafica d'avanguardia, la cartellonistica pubblicitaria, il comic americano e l'Aeropittura. Ha scritto per anni sulle pagine culturali de “Il Giornale” e su “Arte” di Mondadori. Tra cataloghi di mostre e libri monografici ha all'attivo oltre duecento pubblicazioni.