L’antologica di un giovane selvaggio. Thomas Lange a Palermo
ZAC, Palermo – fino al 10 settembre 2017. Settanta dipinti, dagli Anni Settanta a oggi. È una antologica completa, quella presentata nel capoluogo siciliano. Per celebrare uno dei pittori tedeschi più interessanti della sua generazione.
È l’hangar delle ex officine Ducrot, ZAC – Zisa Zona Arti Contemporanee, all’interno dei Cantieri Culturali di Palermo, a ospitare in Italia la prima antologica del pittore Thomas Lange (Berlino, 1957), interprete della scena underground tedesca dei Giovani Selvaggi.
Una selezione di circa settanta dipinti di grande formato equivale, secondo il discorso curatoriale, a un’esplosione centrifuga di mistica sensualità che converge in un epicentro, un’installazione-scenario di sculture in ceramica, e apre al modulo tridimensionale Vuoto, realizzato nel 2015 per la Fondazione Volume!, in occasione della mostra Passages al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Saint-Étienne Metropole. Qui il pubblico respira la pittura di Lange, immergendosi in un ambiente di colori acrilici e a olio dove il vissuto dell’artista si riversa a spatolate, disordinatamente.
UN ANDAMENTO CRONOLOGICO
Quadri a Strisce, Uomini delle Caverne, Il Santo Momento, Dopo Caravaggio, Melodia Apocalittica, Golgota, Vera Icona: lungo un ordinamento cronologico dagli Anni Settanta a oggi, il percorso si snoda attraverso i cicli pittorici più celebri. Opere inedite, invece, provengono dall’atelier di Lange: tra queste, la collezione di ritratti di famiglia e del compagno di vita Mutso Hirano, allestita al centro dell’hangar in un percorso a gincana. Omaggio a Palermo e al suo passato arabo-normanno, infine, è la monumentale tela del 2017 dedicata a Federico II di Svevia, alla cui sanguigna fisionomia il pittore tedesco sovrappone il proprio autoritratto.
Storia privata, storia pubblica e storia dell’arte si mescolano nella tavolozza di Lange in una dialettica senza fine tra ieri–oggi–domani. La tela assurge a macchina del tempo, dove sedimentano dal fondo del dipinto citazioni da Masaccio, Dürer o Caravaggio, mischiandosi a frame contemporanei da rotocalco. L’artista costringe a calarsi fra gli spessori delle epidermidi pittoriche, scavando nella memoria individuale e collettiva, in una vertigine tra astrazione e figurazione.
LA PITTURA AL CENTRO
Al centro della ricerca di Thomas Lange sta la pittura, sperimentata e riformulata in ogni quadro, spasmodicamente, in una sorta di danza corpo a corpo con la tela, ora cancellata da ampie pennellate e dense colature, ora disegnata con il tubetto del colore a olio, ora ridipinta grossolanamente in superficie.
La pittura di Thomas Lange è potentemente visionaria e selvatica; è narrazione pur senza rappresentazione; racconta la vita e la morte; sperimenta la battaglia senza fine tra ordine e caos; seduce il cervello e afferra allo stomaco. E, per tutte queste ragioni, la pittura di Thomas Lange evoca Palermo.
– Giusi Affronti
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