Silently close are some particles
Gli artisti tornano a guardare con grande intuizione l’esistenza di fenomeni apparentemente inspiegabili, di piccole magie a cui non si presta più attenzione, di misteri che si ripetono nel tempo mostrando quanto gli eventi individuali e collettivi siano variazioni di una stessa natura.
Comunicato stampa
Molti degli eventi che accadono nel corso del tempo rimangono sotto la soglia dell’indifferenza o della non consapevolezza: cambiamenti ambientali, piccole rivoluzioni, rovesciamenti degli equilibri sociali, relazioni che s’interrompono, paesaggi modificati nei loro assetti naturali e urbani, popolazioni erranti che ridisegnano le geografie.
Il mondo si muove nonostante noi, lasciando tracce ogni giorno di questi sottili cambiamenti, quelle che il filosofo francese François Jullien ha chiamato le trasformazioni silenziose, sulla scia dell’antico pensiero cinese. Sotto la risonanza dei grandi eventi il mondo produce apertamente davanti a noi delle trasformazioni profonde che rendono conto del senso della vita, dei suoi misteri, delle sue magie, delle sue tenebre.
L’arte ha da sempre il privilegio d’intercettare sotto la soglia del visibile e del percepibile le particelle silenziose di questi movimenti: è specialmente oggi che, di fronte all’ipertrofia del razionale e all’iper-presenza del mondo digitale, gli artisti tornano a guardare con grande intuizione l’esistenza di fenomeni apparentemente inspiegabili, di piccole magie a cui non si presta più attenzione, di misteri che si ripetono nel tempo mostrando quanto gli eventi individuali e collettivi siano variazioni di una stessa natura.
Letizia Cariello, Silvia Camporesi e Jakub Woynarowski sono i tre artisti invitati a dare corpo e sostanza a queste particelle silenziose.
Lo sviluppo di un evento nel tempo è la matrice che accomuna il loro lavoro sullo sfondo della storia: Letizia Cariello dà forma al tempo interiore mediante la scrittura, seguendo il tempo convenzionale del calendario in una sorta di mantra occidentale che offre la possibilità di vedere il tempo della vita secondo modalità inedite; Silvia Camporesi ricorre allo sguardo oggettivizzante della fotografia per dare forma a fenomeni inspiegabili, enigmi irrisolti o sogni dell’umanità svelando il gradiente misterico, a tratti perturbante, che sembra sospingere nel tempo gli eventi; Jakub Woynarowski individua degli schemi visivi ricorrenti nella cultura del passato che si riflettono anche sul presente, simboli e codici che compaiono sotto traccia, inventati per produrre discorsi alternativi, misteriosi e occulti.