Stefano Serusi – Sleeping giant
Stefano Serusi è entrato a passo lento a Casa Manno, attento a cogliere gli aspetti-chiave dell’esistenza di un uomo passato alla Storia.
Comunicato stampa
Stefano Serusi è entrato a passo lento a Casa Manno, attento a cogliere gli aspetti-chiave dell’esistenza di un uomo passato alla Storia. A cominciare dall'immagine severa del Presidente del Senato del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia, di cui la giacca conservata al Museo è oggetto prezioso e icona del ruolo istituzionale di un sardo alla corte Sabauda. Quella divisa musealizzata e perciò intoccabile diviene l’oggetto dell’indagine di Stefano Serusi che, in collaborazione con lo stilista Sergio Palimodde, propone la giacca in quattro esemplari apparentemente identici se non per alcuni dettagli. Di non poco conto: il colletto e le maniche variano di colore, dal giallo chiaro al rosso cupo, segno di una trasformazione luminosa legata al trascorrere delle ore. Legata al senso del Tempo che modifica le cose e le altera quel tanto che basta a non essere più uguali a se stesse. Rileggere la storia passata per un aggiornamento critico e creativo è prassi ormai consolidata nel lavoro di Stefano Serusi che, in questo caso, con un intervento site specific, offre la possibilità di entrare nell'intimità della Storia per coglierne i momenti più densi di significato. Aprire il guardaroba di Casa Manno equivale a superare il limite tra l’ideale e il reale, tra l’immagine solenne consegnata all'iconografia ufficiale e la semplice concretezza del quotidiano; significa, in altre parole, rendere viva, tattile, a portata di mano, la dimensione del passato. In questo sistema di rivisitazioni, dove il tema centrale rimane lo scorrere del tempo e i mutamenti legati al passaggio delle stagioni ( ne sono un ulteriore esempio i lavori a parete, che vedono l’estate in particolare il luogo della metamorfosi del corpo) si inserisce il progetto a due che Stefano Serusi ha ideato con un abile e sorprendente capacità di attualizzazione. Ha chiesto a un giovane scrittore algherese, Ignazio Caruso, di rispondere alle lettere che Giuseppe Manno scrisse tra il 1816 e 1817 quando, al seguito di Carlo Felice in qualità di segretario privato, lo accompagnò in visita nelle principali città italiane. Frutto di quel viaggio di ritorno da Cagliari verso il Piemonte liberato sono le “Lettere di un sardo in Italia”: Ignazio Caruso diventa l’amico immaginario a cui erano destinate quelle lettere che, a due secoli esatti di distanza, trovano finalmente risposta. Così, nel gioco inesauribile delle corrispondenze, un giovane sardo interpreta, come ieri Manno, la generazione attuale che al di là del mare cerca altre opportunità di vita. Si capisce allora l’intento più profondo della poetica di Serusi: se il divenire delle cose è processo inarrestabile, se il tempo annulla e fagocita ogni cosa, solo nella riflessione che l’arte consente si assiste alla rivelazione più profonda e appagante. Nella sospensione magica del tempo si possono riannodare i fili tra un allora perduto e un adesso aperto a nuovi significati.
Stefano Serusi, nato ad Alghero, vive e lavora a Milano.
Confrontatosi sin dall'inizio del suo percorso con ambienti molto connotati, il suo lavoro si è sviluppato quasi naturalmente in progetti site specific. Un oggetto, anche se freddo e comune, è per l'artista il perno attorno al quale creare degli ambienti sempre al limite del racconto, in cui l'insieme di forme e immagini possa condurre ad una costruzione biografica. Tra le mostre collettive più recenti: “Teatrum Botanicum”, PAV, Torino (2016) e "Progetto Città Ideale presenta Edicola Radetzky”, al PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, Milano (2016). Tra le mostre personali: "Come funziona l'estate", presso Dimora Artica (Milano, 2015) e "Loisir" presso The Workbench (Milano, 2013). È membro fondatore a Milano di Edicola Radetzky.