Marina Abramovic – Holding the milk

Informazioni Evento

Luogo
CORO DELLA MADDALENA
Corso Vittorio Emanuele II 19, Alba, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da lunedì a venerdì dalle ore 15 alle ore 18, sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 18

Vernissage
28/09/2017

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Marina Abramovic
Uffici stampa
STILEMA
Generi
arte contemporanea, video

La famiglia Ceretto,famosa per l’eccellenza dei suoi vini, prosegue il suo impegno nella promozione dell’arte contemporanea, e ospita a settembre 2017 ad Alba, nel cuore delle Langhe, la straordinaria artista di fama internazionale Marina Abramovic.

Comunicato stampa

La famiglia Ceretto,famosa per l’eccellenza dei suoi vini, prosegue il suo impegno nella promozione dell’arte contemporanea, e ospita a settembre 2017 ad Alba, nel cuore delle Langhe, la straordinaria artista di fama internazionale Marina Abramovic.

Giovedì 28 settembre, alle ore 18, nel Coro della Maddalena (Via Vittorio Emanuele II, 19), si terrà l'inaugurazione in presenza dell'artista della video-installazione HOLDING THE MILK da The Kitchen, Homage to Saint Therese (2009). L’opera rimarrà esposta fino al 12 novembre ed è organizzata in collaborazione con il Comune di Alba nel corso della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba (orari: da lunedì a venerdì dalle ore 15 alle ore 18, sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 18 – ingresso libero).

The Kitchen, Homage to Saint Therese è un progetto artistico elaborato da Marina Abramovic nel 2009, costituito da nove fotoritratti e tre opere video, di cui ad Alba si vedrà Holding the Milk.

I video sono girati nella cucina dell’ex convento La Laboral a Gijón, un monastero certosino ormai abbandonato dove un tempo le monache accudivano bambini orfani; l’opera rimanda alla vita della mistica Santa Teresa di Avila, intrecciandosi coi ricordi dell'infanzia dell'artista.

Come spiega la stessa Marina Abramovic: “La cucina di mia nonna è stato il fulcro del mio mondo: tutte le storie venivano raccontate in cucina, ogni consiglio sulla mia vita veniva dato in cucina, il futuro, contenuto nelle tazze di caffè nero, veniva letto e annunciato solo in cucina; quindi è stata davvero il centro del mio universo, e tutti i miei ricordi più belli nascono lì. L’ispirazione di questi lavori nasce dalla combinazione tra la rievocazione della cucina della mia infanzia, la storia di Santa Teresa d’Avila, e questa straordinaria cucina abbandonata piena di bambini, tutto insieme e nello stesso momento.”

Il giorno seguente, venerdì 29 settembre, alle ore 18,30, è previsto un incontro con Marina Abramovic al Teatro Sociale "Giorgio Busca" (Piazza Vittorio Veneto, 3), in cui l’artista parlerà del proprio lavoro artistico e risponderà alle domande del pubblico (ingresso libero fino ad esaurimento posti).

Marina Abramovic è stata una pioniera dell’art performance sin dall’inizio della sua carriera, negli anni '70, a Belgrado, dando vita, già dai primi lavori, ad alcune delle sue manifestazioni più celebri. Il corpo è sempre stato sia oggetto che strumento d’arte. Esplorando e mettendo alla prova i propri limiti fisici e mentali, la Abramovic ha resistito e superato il dolore, lo sfinimento e il pericolo nella ricerca e desiderio di sperimentare la trasformazione emotiva e spirituale.

Abramovic è stata premiata con il Leone d’oro come miglior artista nel 1997 durante la Biennale di Venezia. Nel 2008 le è stata conferita la Austrian Commander Cross per il suo impegno e contributo all’arte. Nel 2010, negli Stati Uniti, ha avuto luogo la prima e più importante retrospettiva sul lavoro dell’artista. Contemporaneamente la Abramovic si è esibita per 700 ore in “The Artist is present” al Museum of Modern Art di New York . Nel 2014 ha completato, dopo 3 mesi di performance, il progetto “512 Hours” alla Serpentine Gallery di Londra. L’artista ha poi istituito il Marina Abramovic Institute (MAI), una piattaforma nata con l’intento di creare collaborazioni e relazioni tra pensatori di tutti i campi, dedicati a progetti immateriali e di lunga durata. L’istituto ha raggiunto la sua forma più significativa e completa nel 2016, grazie alla collaborazione con NEON nel lavoro “As one”, presso il Museo Benaki di Atene.

La sua ultima pubblicazione è Attraversare i Muri (Walk Through Walls: A Memoir, edito nell’Ottobre 2016 da Crown Archetype), tradotta in Italia da Bompiani. La sua retrospettiva, The Cleaner è stata inaugurata al Moderna Museet di Stoccolma nel Febbraio 2017 per poi passare al Louisiana Museum of Modern Art in Danimarca, quindi ad Oslo presso l’Henie Onstad Kunstsenter, per arrivare a Bonn al Bundeskunsthalle e infine in Italia presso Palazzo Strozzi a Firenze.

Il Gruppo Cerettoè un’azienda familiare che ha le sue radici in un territorio di rara bellezza come quello delle Langhe, e da tre quarti di secolo unisce alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano la promozione dell’arte.

Il Gruppo vitivinicolo Ceretto, fondato nel 1937, vanta un’estensione di più di 160 ettari situati nelle aree più pregiate delle Langhe e del Roero, comprese le DOCG Barolo e Barbaresco, ed è tra i maggiori proprietari di vigneti del Piemonte. Il gruppo Ceretto, articolato in quattro aziende vinicole indipendenti, produce 17 etichette di vini. Il loro tratto peculiare è espresso dal nome che evidenzia l’appartenenza al territorio riprendendo il cru d’origine: ad ogni collina corrisponde una denominazione che è un marchio di un sapore ben localizzato.

I vini Ceretto sono vini di pregio, esito di una continua ricerca di perfezione celebrati già nel 1986 dalla prestigiosa rivista Wine Spectator, la loro cifra sta nell’essere il risultato rigoroso di vigneti coltivati secondo i metodi dell’agricoltura biologica che esclude l’utilizzo di sostanze chimiche quali concimi, diserbanti, insetticidi.
Fin dagli anni ’80 quando venne commissionato il restyling grafico delle etichette dei vini al designer Silvio Coppola, che firmerà l’inconfondibile taglio sull’etichetta del Blangé, il bianco cavallo di battaglia dell’azienda, la famiglia Ceretto ha un rapporto di consuetudine con l’arte in tutte le sue espressioni.
Con il nuovo millennio e l’entrata in azienda della terza generazione, il rapporto con l’universo artistico s’è ulteriormente consolidato e architetti, letterati e artisti di fama mondiale sono periodicamente invitati e coinvolti con la loro creatività in progetti innovativi ed esclusivi. Basti ricordare tra i tanti la ristrutturazione della Cappella del Barolo ad opera di Sol LeWitt e David Tremlett, una soluzione architettonica di grande impatto visivo o le installazioni di elementi moderni a corredo delle strutture più tradizionali delle cantine, come il Cubo a Castiglione Falletto, una struttura trasparente che si integra totalmente al paesaggio, e l’Acino alla tenuta Monsordo, sede principale dell’azienda.

Oltre al vino e all’arte, l’altra passione di famiglia è la ristorazione. Nel 2005 nasce il fortunato sodalizio con Enrico Crippa, il creativo e fecondo chef del Piazza Duomo, a cui nel 2013 è stata attribuita la terza stella Michelin e nel 2017 il Premio Grand Prix de l'Art de La Cuisine assegnato dall'Académie Internationale de la Gastronomie. Il menù proposto da Crippa è una forma artistica che travalica confini e steccati e nella combinazione dei suoi ingredienti meticolosamente selezionati raggiunge il sublime poetico. La Piola, versione pop dell’attiguo Piazza Duomo, è invece il regno di Dennis Panzeri e della cucina tipica del Territorio langarolo.

Entrambi i ristoranti sono stati decorati dagli artisti contemporanei Francesco Clemente e Kiki Smith. Non si può infine scordare l’impegno di Ceretto nella valorizzazione di un altro prodotto gastronomico tipico del territorio langarolo come la Nocciola Piemonte I.G.P. La tonda trilobata coltivata sulle pendici delle colline nella tenuta di Monsordo Bernardina è l’ingrediente alla base del torrone prodotto nel torronificio di famiglia Relanghe.