Quand’è che il sarcasmo diventa accelerazionismo? Espandere e intensificare l’approccio capitalista con l’obiettivo di giungere al suo deterioramento significa, in una certa misura, prenderne le distanze. Il sarcasmo richiede una simile accettazione di ciò a cui si è contrari: si finge di prendere in seria considerazione un’affermazione ritenuta sbagliata solo per sottolinearne l’assurdità.
Volutamente in bilico tra questi due approcci, troviamo numerosi artisti che si occupano delle politiche intraprese da governi e aziende Dot-com; stagliati su fondali che rimandano all’estetica igienizzata made in Silicon Valley, presentano progetti che si dichiarano rivoluzionari giocando con speranze millenaristiche e ansie apocalittiche. Il collettivo Desearch Repartment rientra in questa categoria: fondato nel 2007, si occupa di esercitare “privilegi neoliberali attraverso la rimozione di fatti, contesti e responsabilità” con una serie di azioni che adottano il lessico dell’Ideologia Californiana per minarne subdolamente la grammatica.
“Ciò che colpisce è la vacuità delle frasi scelte per promuoverlo, tra le quali: “Il futuro dei social media e della cittadinanza”, “un nuovo paradigma all’intersezione tra social media, futuro e creatività” e soprattutto “hai la possibilità di far parte di questo storico momento spartiacque”.
L’ultimo, misterioso progetto è State of Exceptional Webnation, presentato lo scorso ottobre sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter, dove ha raccolto oltre 12mila dollari canadesi nell’arco di poche settimane. Ciò che colpisce è la vacuità delle frasi scelte per promuoverlo, tra le quali: “Il futuro dei social media e della cittadinanza”, “un nuovo paradigma all’intersezione tra social media, futuro e creatività” e soprattutto “hai la possibilità di far parte di questo storico momento spartiacque”. L’evocazione di scenari eroici in cui il singolo viene chiamato a compiere il proprio destino in un momento di crisi è parte dell’azione accelerazionista messa in atto dal collettivo. Non è chiaro come impiegheranno i fondi raccolti online, ma la richiesta di riporre cieca fiducia è una dinamica non dissimile da quella a cui ci hanno abituato centinaia di progetti apparentemente più seri, che poi si sono risolti in nulla di fatto.
L’attenzione ora è puntata sul sito ufficiale dell’operazione, sul quale sarà possibile scoprire quali nuovi, sarcastici scenari futuri ci attendono.
‒ Filippo Lorenzin
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #36
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