Massimo Giacon, pusher di kryptonite rossa

Mondadori Megastore, Milano ‒ fino all’8 ottobre 2017. I fan dell'identità segreta di Clark Kent sanno di cosa parliamo: della micidiale sostanza proveniente da Krypton, pianeta natale di Superman, che, sebbene non letale come la kryptonite verde, è in grado di suscitare nel supereroe extraterrestre reazioni imprevedibili e bizzarre, a volte anche esilaranti. Ebbene...

Il caratteristico mondo di riferimento artistico di Massimo Giacon è molto legato agli universi fantastici del fumetto e del cartone animato. Nato di fatto come fumettista e illustratore – e poi musicista, designer, performer e molto altro – il cinquantaseienne artista padovano (milanesizzato) è una personalità felicemente libera e adolescentemente irrequieta, capace di riservare sempre nuove sorprese. Fosse in America, lo etichetterebbero come un surrealista pop, qui resta un indefinibile perennemente sgusciante.
Ma alle suggestioni affabulatrici del fumetto Giacon torna appunto sempre volentieri. In pittura, in scultura, nelle sue azioni performative, nelle installazioni. Anche nel design, dove le sue collaborazioni con Alessi hanno dato vita a oggetti memorabili per scottante ironia: dal portamatite Sebastiano, pancione atterrato trafitto da tante matite-dardo, al dosatore per sapone Mr. Cold, pronto a dispensare abbondanti gocce fluide dal naso, fino all’insuperabile tappo per vasca Mr. Sucide, con un omino annegato che ondeggia a mezz’acqua legato per il collo a quel peso laggiù. Oggetti che condensano altrettante storie, altrettanti narrativi lampi di genialità irridente.

Massimo Giacon, Manga Heroes

Massimo Giacon, Manga Heroes

LA MOSTRA A MILANO

Al fumetto e ai suoi eroi Giacon ha dedicato anche la sua ultima esposizione, ospitata nello Spazio Eventi del Mondadori Megastore di piazza Duomo a Milano. La mostra, intitolata Contemporary Comics Mix ma ancor meglio sottotitolata Il sonno della ragione genera comics, fa parte del ciclo st.art l’arte per tutti dedicato alla Pop Art a cura di Angelo Crespi e prodotto in partnership con Deodato Arte, brand concentratosi sulla comunicazione e vendita (off e on line) soprattutto di artisti pop o legati alla Street Art.
Giacon vi ha riversato la sua gamma di sentimenti ambivalenti nei confronti di alcune icone del fumetto americano (Superman, Wonder Woman, Captain America, Spiderman, Catwoman) e giapponese (Astroboy, Lupin III, Lamù). Ricorrendo a una sorta di “ricampionatura” – “È come se stessi ri-suonando dei segni, come se il mio segno re-interpretasse altri disegni. Il sogno di ogni disegnatore di fumetti è di potersi confrontare con certi miti e di darne la propria interpretazione. Vorrei disegnare le storie di un Superman spaventato e un Batman vampiro, di una Lamù donna e una Lamù bambina che bisticciano tra loro, un Lupin cubista, un Astroboy elastico come Mr. Fantastic e futurista e infine una Catwoman-virus che ricopre di finta pelle lucida qualsiasi superficie” –, Giacon li rivede e li reinventa sottoponendoli all’influenza molto birichina delle sue personali infinite riserve di kryptonite rossa: che li deforma, li scioglie, li gonfia e li sgonfia, li trapassa, li tradisce, li carezza e li schiaffeggia, li dilata e li condensa, li penetra, li trascende. Amorevolmente non meno che dispettosamente.

Massimo Giacon, Sebastiano, portamatite per Alessi

Massimo Giacon, Sebastiano, portamatite per Alessi

WOW ART!

L’operato di Giacon permane pertanto giocoso, ma intelligente. Sempre fantasioso. Sempre in qualche modo “stupefacente”. Wow Art!, chiamiamola così, un po’ per celia e un po’ no. Zigzagando tra il sonno della ragione degli autori e il cannibalismo endogamico dei personaggi, tra le radici sotterranee (underground) dell’immaginazione e le panoplie esteriori dei costume-players… Con sguardo divertito e complice ma pure distaccato e ficcante. La teoria e la pratica giaconiane questo sono.
Chi ama Giacon lo segue – da anni, con fedeltà. La soddisfazione è assicurata: un po’ di confidenza e sempre qualche novità. Con gusto e condivisione di allegria. Perché è sempre spettacolo. Anche questa volta, come sempre.

PUBBLICO E RISATE

Chi c’era? Pubblico folto e attento, per l’appunto molto affettuosamente partecipe, con un notevole parterre de princes et princesses, tra cui: gli illustratori Squaz, Conc, Annalaura Cantone, Cinzia&Valentina, Elena Terrin, Piero Tonin, l’animatore/musicista Fabio Bozzetto, gli artisti Pao e Giuseppe Veneziano, i critici Emanuele Beluffi e Ivan Quaroni (adeguatamente col suo ultimo libro in mano: Beautiful Dreamers ‒ Il nuovo sogno americano tra Lowbrow Art e Pop Surrealism), lo sceneggiatore Riccardo Secchi, il gallerista Eduardo Simone, il “vecchio (amico) marinaio” Giorgio Gorla, famiglie con bambini e vegliardi, molte varie e numerosi eventuali. Tutti rimasti, anche dopo il tradizionale buffet, per assistere prima incuriositi e poi divertiti alla mini-performance dal promettente titolo, L’ultimo tabù: l’artista anfitrione, dopo averla annunciata col megafono, mascherato e con naso a pallina rossa da clown, sul palco, a porte e finestre chiuse, solito amabile discolo situazionista, d’improvviso si è acceso una sigaretta e l’ha fumata voluttuosamente. Risate in sala.

Ferruccio Giromini

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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