Sergei Eisenstein – The Anthropology of Rhythm

Informazioni Evento

Luogo
NOMAS FOUNDATION
Viale Somalia 33, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
19/09/2017

ore 18,30

Artisti
Sergei Eisenstein
Curatori
Marie Rebecchi, Elena Vogman
Generi
documentaria

Nomas Foundation è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra Sergei Eisenstein: The Anthropology of Rhythm (Sergej Ėjzenštejn: L’antropologia del ritmo).

Comunicato stampa

Nomas Foundation è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra Sergei Eisenstein: The Anthropology of Rhythm (Sergej Ėjzenštejn: L’antropologia del ritmo), che si terrà il giorno 19 settembre 2017. Numerosi documenti provenienti dagli archivi di Ėjzenštejn – Archivio di Stato Russo di Letteratura e Arti (RGALI) e Fondazione Nazionale Cinematografica della Federazione Russa (Gosfilmofond) –, inclusi appunti, disegni, filmati e fotografie, saranno qui esposti per la prima volta. L’esposizione, curata dalle storiche dell’arte e del cinema Marie Rebecchi (Parigi) e Elena Vogman (Berlino), in collaborazione con l’artista e grafico Till Gathmann (Berlino), sarà visitabile fino al 19 gennaio 2018.

Il ritmo implica un cambiamento, costituisce una transizione – dalla paura alla gioia, dalla noia alla consapevolezza, da un semplice movimento a una coreografia. Il regista sovietico Sergej Ėjzenštejn ha compreso meglio di chiunque altro la necessità del ritmo nel rappresentare la trasformazione: in quanto mezzo antropologico di organizzazione delle esperienze, il ritmo diviene il principio motore della rivoluzione.

La mostra esplora il convergere della dimensione estetica e politica dell'antropologia del ritmo nei progetti non compiuti di Sergej Ėjzenštejn: Que viva Mexico! (1931-1932), Il prato di Bežin (1935-1937) e Il canale di Fergana (1939). Nelle immagini del film messicano, così come negli altri due progetti di film orientati in senso antropologico, ambientati rispettivamente in Ucraina e Uzbekistan, Ėjzenštejn mette in scena due significati di “rivoluzione”. Percepiamo così le relazioni emergenti della storia, sospese tra ripetizione e irruzione, ritorno e rivolta, tra i destini singolari – legati ai corpi o ai gesti – e la narrativa sociale e politica che ne costituisce lo sfondo. Ognuno di questi tre progetti filmici inventa così un modo unico e particolare di pensare il cinema, pur condividendo un comune modello archeologico di storia e una costruzione antropologica dello sguardo.
I materiali presentati nella mostra, concentrandosi sulla rappresentazione della gente comune e in particolare sulla varietà dei modi in cui Ėjzenštejn filmava i volti, illuminano aspetti documentari ed etnografici dell’opera del regista sovietico finora poco conosciuti.

Un volume pubblicato da NERO (Roma) accompagnerà la mostra. Il libro, progettato graficamente da Till Gathmann, comprende saggi dei curatori, traduzioni dai diari inediti di Ėjzenštejn e ulteriori documenti d’archivio.

Collegata alla mostra, una giornata di studi intitolata A cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre, il progetto e le forme di un cinema politico, organizzata dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), sotto la direzione scientifica di Pietro Montani, avrà luogo presso La Galleria Nazionale (Roma), lunedì 13 novembre.
Un’altra giornata di studio (a cura di Giovanni Spagnoletti ed Ermanno Taviani) affronterà invece come Hollywood (e non solo il cinema americano) abbia trattato – in varie forme cinematografiche – il tema della rivoluzione e del comunismo in un solo paese.

Dal 20 al 27 novembre la rassegna cinematografica intitolata Il cinema politico in URSS dal 1924 al 1938, sarà visibile presso La Casa del Cinema. In questa occasione sarà presentata la copia proveniente dal Museum of Modern Art (MoMA, New York) di Eisenstein's Mexican Film: Episodes for Study, la versione del footage messicano montata da Jay Leyda.
Questi eventi sono organizzati da: Fondazione AAMOD (Roma), Fondazione Gramsci (Roma), Goethe-Institut (Roma), NERO (Roma), Università degli studi di Roma La Sapienza, Università degli studi Roma Due Tor Vergata e Università degli Studi Roma Tre e Nomas Foundation (Roma).
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September 20, 2017 - January 19, 2018
opening September 19, 2017, at 6:30 pm
Nomas Foundation - viale Somalia 33, Rome

Nomas Foundation is pleased to announce the opening of the exhibition Sergei Eisenstein: The Anthropology of Rhythm on September 19, 2017. Numerous documents from Eisenstein’s archives – The Russian State Archive of Literature and Arts (RGALI) and The National Film Foundation of Russian Federation (Gosfilmofond) – will be exhibited for the first time, including notebooks, drawings, film footage and photographs. Curated by art and film historians Marie Rebecchi (Paris) and Elena Vogman (Berlin), in collaboration with the artist and typographer Till Gathmann (Berlin), the exhibition will continue through January 19, 2018.

Rhythm is a medium of change; it constitutes a transition – from fear to joy, from ennui to awareness, from a simple movement to choreography or dance. The Soviet film director Sergei Eisenstein understood better than anyone that rhythm is necessary to enact transformation: as an anthropological means of organizing experience, rhythm becomes a vehicle of revolution.

The exhibition explores the intersecting aesthetic and political dimensions of the anthropology of rhythm in Eisenstein's unfinished film projects: Que viva Mexico! (1931–1932), Bezhin Meadow (1935–1937), and Fergana Canal (1939). In his images from Mexico and his later anthropologically-oriented film projects in Ukraine and Uzbekistan, Eisenstein brings the two meanings of “revolution” into play. Here we perceive the emerging relations of history poised between repetition and irruption, return and revolt, between a single destiny – a body or a gesture – and the social and political narrative that constitutes its background. Each of these film projects invents a new and unique cinematographic approach, yet they all share a common archaeological model of history and an anthropological construction of the gaze. By focusing on the representation of people, in particular the variety of ways in which Eisenstein filmed human faces, the materials presented in the exhibition illuminate hitherto unknown documentary and ethnographic facets of Eisenstein’s work.

A volume published by NERO, Rome, will accompany the exhibition. The book, designed by Till Gathmann, features essays by the curators, translations from Eisenstein’s unpublished diaries and further archival materials.

In connection with the exhibition, a symposium entitled One hundred years after the October Revolution: the project and the forms of political cinema [A cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre, il progetto e le forme di un cinema politico], organized by the Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) under the scientific direction of Pietro Montani, will take place at La Galleria Nazionale (Rome) on Monday, November 13.
Another symposium (curated by Giovanni Spagnoletti and Ermanno Taviani) will concern how Hollywood (and not only the American cinema) has dealt with the theme of the revolution and communism in a single country, in various cinematographic forms.

From November 20 to 27, a film program entitled The Political Cinema in the USSR from 1924 to 1938 [Il cinema politico in URSS dal 1924 al 1938], will be on view at La Casa del Cinema (Rome). On this occasion a rare copy of Eisenstein's Mexican Film: Episodes for Study from the Museum of Modern Art (MoMA, New York), the footage edited by Jay Leyda, will be shown.
All these events are organized by: Fondazione AAMOD (Rome), Fondazione Gramsci (Rome), Goethe-Institut (Rome), NERO (Rome), Sapienza University of Rome, University of Rome Tor Vergata, Roma Tre University and Nomas Foundation (Rome).