Claudio Montecucco – Alla ricerca del lettore perduto
Questi sono i lettori che piacciono alla Kasa. Quelli “perduti”, talmente concentrati nella pagine che non sanno più dove sono, chi sono, cosa fanno. È questo che ha pensato, da subito, il padrone di Kasa, Andrea Kerbaker, il giorno in cui il suo amico Jean Blanchaert gli ha presentato le fotografie di Claudio Montecucco.
Comunicato stampa
Questi sono i lettori che piacciono alla Kasa. Quelli “perduti”, talmente concentrati nella pagine che non sanno più dove sono, chi sono, cosa fanno. È questo che ha pensato, da subito, il padrone di Kasa, Andrea Kerbaker, il giorno in cui il suo amico Jean Blanchaert gli ha presentato le fotografie di Claudio Montecucco. Immagini che mostravano il lettore per eccellenza, talmente immerso nelle suo pagine da non sapere che lì vicino c’è un obiettivo intento a ritrarlo. Che è poi il motivo ultimo per chi come la Kasa dei Libri si adopera a far qualcosa per la lettura: trasmettere quel senso si trasporto che porta chi legge a essere tutt’uno con la parola scritta, in un mondo ideale dove la realtà pare scomparire.
Montecucco è la quintessenza di questo modo di essere. Da 15 anni fotografa chi legge: in strada, su una panchina, mentre cammina, sui gradini di un monumento, sdraiato per terra o in treno. Quasi mai svela i volti dei lettori - né al suo obiettivo e nemmeno a sé stesso - cerca solo di immaginare le loro espressioni, ma ancora di più cerca di capire cosa stanno leggendo, per conoscere meglio chi ha deciso di ritrarre in un momento così intimo e personale. “Che cosa starà leggendo con così tanta concentrazione?” “Quel libro l’ho letto anche io!” “Questo sarà sicuramente il prossimo che leggerò.” A chi non è mai capitato di sbirciare la copertina del libro che il passeggero seduto di fianco sul tram tiene tra le mani? Una curiosità che ci accomuna al fotografo: “Dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei”. È forse vero che si può capire l’indole di una persona attraverso i titoli nella sua libreria? Forse è solo un gioco della fantasia che ogni tanto ci divertiamo ad intraprendere. Ciò che è indubbio invece, è che la lettura costituisca un’esperienza totalizzante: il lettore perduto di Montecucco infatti è immerso e perso nella trama del libro e nelle sue fantasie.
Guardando le sue foto desideriamo non solo capire che cosa i soggetti ritratti stiano leggendo, ma anche dove lo stiano facendo. Il fotografo ci ha concesso solo qualche dettaglio: dei gradini di pietra, una ringhiera, il tavolo di un caffè all’aperto. Il lettore perduto di Montecucco è tale anche per questo motivo, perché sta compiendo un gesto coraggioso, in controtendenza rispetto alle abitudini di massa. Tiene in mano e legge un libro in un luogo pubblico, quando l’immagine a cui siamo abituati e quella della lettura digitale, magari delle notizie del giorno sullo schermo di uno smartphone. Frequentare i luoghi preferiti della propria vita quotidiana accompagnati da un buon libro è un’abitudine da riscoprire. Anche questo uno degli obiettivi di un’impresa come la Kasa dei Libri.
Il bianco e nero contribuisce a dare alle foto una dimensione senza tempo, Montecucco va alla ricerca di momenti irripetibili, che il mezzo fotografico riesce a fissare. Piccoli e impercettibili gesti, dettagli all’apparenza insignificanti ci avvicinano all’unicità di ogni soggetto ritratto e allo stesso tempo ci svelano la sensibilità del fotografo nel catturare pezzi di vita.
La lettura diventa la trama del racconto, il fil rouge che accomuna tutti i protagonisti delle fotografie, mostrando come l’attività del leggere sia un vero e proprio stato fisico di estraniamento, come quello che si crea tra due amanti, quella stessa passione per i libri che anima e viene condivisa nella Kasa di Andrea Kerbaker.