Le Metafore di Sottsass. A Parma
BDC18, Parma – fino all’11 marzo 2018. L’archivio privato BDC di Parma acquisisce l’intera serie delle “Metafore” di Ettore Sottsass. E la espone al pubblico in una mostra ben curata.
Per il centenario della nascita di Ettore Sottsass (Innsbruck, 1917 – Milano, 2007) tra i tanti doverosi omaggi si riconosce la forma poetica della mostra le Metafore di Sottsass, organizzata da BDC – BonanniDelRioCatalog a Parma.
È tra il 1972 e il 1978, durante un viaggio lungo il mondo, che Sottsass costruisce delle installazioni che fotografa in bianco e nero e raccoglie in cinquanta scatti a loro volta divisi in Disegni per i destini dell’uomo, Disegni per i diritti dell’uomo, Disegni per le necessità degli animali, Fidanzati, Decorazioni. Ogni sezione ha la larghezza di un racconto e ogni fotogramma racchiude il proprio mondo come una pagina di diario personale. Il tutto rilegato da un’architettura leggera, una linea curva ipotetica che traccia nello spazio naturale l’unione reverente tra memoria e storia privata.
Librato verso luoghi incontaminati, su deserti e montagne, Sottsass tenta di ricongiungersi con l’indefinibile mistero del cosmo, con quell’ambiente che, afferma, “non è misurabile, né prevedibile, né controllabile, né conoscibile…”, aggiungendo che “se si voleva riconquistare qualche cosa bisognasse cominciare a riconquistare i gesti microscopici, le azioni elementari, il senso della propria posizione”.
UNA MOSTRA BEN COSTRUITA
Siamo in BDC28, nel centro storico di Parma, in una chiesa sconsacrata del Seicento, dove l’archivio BonanniDelRioCatalog risiede ed espone la serie da esso acquisita. Alcune immagini, tredici per l’esattezza, non sono presenti perché in prestito alla Triennale di Milano. Le assenze, però, diventano edificanti predisposizioni di un vuoto che si fa occasione di dialogo e confronto. L’attenta curatela non si è limitata a ometterle, ma ha disposto nel luogo d’ognuna scritti di colleghi, amici e maestri con cui Sottsass ha intrattenuto legami di vario spessore, quali Massimo Minini, Aldo Cibic, Pappi Corsicato, Mario Cresci, Diamante D’Alessio, Francesca Zanella, Gilda Bojardi, Walter Guadagnini e Flavio Albanese, per citarne alcuni.
Le Metafore mostrano il nucleo di una ricerca che solleva ponteggi dai contorni leggeri di legno, sassi, scatole, stoffe e parole; impalcature erette in ambienti naturali che rivelano l’inscindibile relazione tra uomo e creato, tra la fragilità del primo e l’immutabilità del secondo. Lo spirito evocativo di questi lavori s’adagia benissimo nel contesto espositivo e, sia si veda la mostra di giorno sia di notte illuminata a dovere, ogni scatto è percepito nel suo fluido collocarsi nello scorrere vitale da cui sgorga e dentro cui vuole continuare a passare.
‒ Domenico Russo
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