Eugenio Espinoza – Walk in progress
La chiesa di San Giuseppe delle Scalze sarà quinta scenografica d’eccezione per Walk in progress, una nuova performance appositamente concepita per questo spazio.
Comunicato stampa
La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, sabato 7 ottobre 2017, presso la chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, una performance di Eugenio Espinoza.
L'evento è inserito all'interno del programma della galleria che da due anni attiva collaborazioni con altre realtà del territorio regionale e nazionale, sperimentando letture diverse della propria storia espositiva o avviando momenti di approfondimento sulle singole ricerche. Produzioni site-specific e performance sono concepite come occasioni offerte al pubblico per immergersi nel processo artistico e agli artisti stessi per porsi in dialogo diretto con la ricchezza del tessuto storico e sociale della città.
Anticipando la prima personale italiana dell'artista, dal titolo Unlocking something (che inaugurerà negli spazi di via Alabardieri giovedì 12 ottobre), la chiesa di San Giuseppe delle Scalze sarà quinta scenografica d'eccezione per Walk in progress, una nuova performance appositamente concepita per questo spazio. Da una prima lettura dell'architettura della navata, l'artista risale indietro fino all'invenzione della griglia, avvenuta di fatto con la prospettiva di Brunelleschi durante il Rinascimento, e la individua come struttura d'azione primaria dell'uomo sulla natura. La ricerca costante dell'equilibrio tra ordine e caos, tra geometria e organicità, nella storia della conquista dello spazio vitale, è sempre passata attraverso lo schema razionale delle linee ortogonali. Tutte le città sono nate, prima orizzontalmente e poi anche verticalmente, su un sistema di perpendicolari divenuto paradigma per regolare la conflittualità e l'imprevedibilità dello spazio pubblico.
In questa occasione, invece, il bianco e nero della griglia attende di essere profanato dai visitatori, invitati a trasgredirne le regole e a contaminarlo con colori, odori, vita. Al contrario di quanto accaduto nella storica installazione Impenetrable (opera del 1972, in cui l'entrata di una stanza dell'Ateneo di Caracas fu preclusa al transito dei passanti dall'installazione), il pubblico viene ora incoraggiato a camminare sulla gigantesca tela, sporcandola, strappandola, riconquistando libertà all'interpretazione dello spazio attraverso un atto del tutto naturale.
L'intento di Eugenio Espinoza, infatti, prende le distanze da un'arte partecipativa o ludica, ma insiste piuttosto sui concetti di affermazione, definizione, attivazione dei processi, spingendosi oltre la sua prima denuncia sull'esclusività del sistema dell'arte, per ribadire con maggior convinzione l'abolizione del paradigma, perché « non esiste arte, senza libertà ».
Punto di riferimento nella scena artistica venezuelana per lo sviluppo del dibattito internazionale e della critica al Modernismo, Eugenio Espinoza ha modificato fino ad oggi un corpus di opere costituito nel corso degli anni Settanta, sviluppando una prospettiva coerente in relazione alla propria ricerca caratterizzata da un occhio vigile e critico nei confronti del sistema dell'arte.
Eugenio Espinoza è nato nel 1950, a San Juan de los Morros, in Venezuela. Dal 1966 al 1974 ha studiato presso l'Escuela de Artes Plasticas Cristobal Rojas e l'Instituto de Diseno Newmann-Ince a Caracas. Dal 1977 al 1981, ha vissuto a New York dove ha studiato presso l'Istituto Pratt, l'Università di New York e la Scuola di Arti Visive. Nel 1972 espone al Museo de Bellas Artes e "Impenetrable" all'Ateneo de Caracas. Nel 1985 ha rappresentato il Venezuela alla Biennale di Sao Paulo. Il suo lavoro è nelle collezioni permanenti della Tate Modern, Londra, U.K.; Museo delle Belle Arti di Boston, MA; Museo delle Belle Arti di Houston, TX; Perez Art Museum di Miami, FL; Museo dell'America Latina, Long Beach, CA; Galeria de Arte Nacional, Caracas; Museo de Bellas Artes, Caracas; e Museo Alejandro Otero, Caracas; Museo di Arte Contemporaneo a Sao Paulo; Museo de Arte Moderna, a Rio de Janeiro; Museo di Arte Contemporaneo, Bogotà; Fundacion Gego, Caracas; La collezione Cisneros, New York; La Fondazione Cisneros-Fontanels Art, Miami, FL; e molte altre prestigiose collezioni private e pubbliche. Nel 2017 è vincitore del premio J.S.Guggenheim Memorial Foundation.