Pietro Manzo – Momento zero
La ricerca pittorica di Pietro Manzo parte dai moderni conglomerati urbani, familiari eppure alienanti. Opere che spaziano dal formato microscopico al monumentale, a volte protette da veri e propri fossati di chiodi o concepite come cartoline di luoghi che tutti hanno la sensazione di aver visitato, ma in cui nessuno è mai vissuto.
Comunicato stampa
La ricerca pittorica di Pietro Manzo parte dai moderni conglomerati urbani, familiari eppure alienanti. Opere che spaziano dal formato microscopico al monumentale, a volte protette da veri e propri fossati di chiodi o concepite come cartoline di luoghi che tutti hanno la sensazione di aver visitato, ma in cui nessuno è mai vissuto.
L’evoluzione estetica e concettuale che presenterà in occasione della mostra sarà il processo esattamente opposto: i soggetti non saranno più le strutture architettoniche, ma la loro assenza.
Pietro Manzo parte dai paesaggi in cui l‘essere umano ha costruito compulsivamente strutture (cave di marmo, ponti, viadotti), generando una nuova morfologia naturale talmente consolidata da essere quasi invisibile, riportando i panorami al loro momento zero.
Strati di olio su fotografie stampate si sedimentano con l’unica intenzione di cancellare l’intervento umano nell’ambiente; restaurando un equilibrio millenario e nascondendo le dolorose tracce del suo passaggio sotto veli di colore.
Quello che impressiona nelle opere di Pietro Manzo è l’ambiguità, eco degli interventi di Land-Art degli anni ’60, che si viene a creare fra gesto artificiale e stato naturale. Il fianco di una montagna sembra quasi un velo innaturale posto sulla maestosità di una cava di marmo. Ciascuna delle opere in mostra è il ritratto stridente di una natura incontaminata, resa paradossalmente poco credibile dalla totale assenza, inconcepibile nella mente dell’uomo moderno, di qualunque accenno alla civiltà.
PROJECT ROOM
Come fossero sassi di Richard Long, Manzo porta in galleria gli stessi frammenti di pietra che preleva dalle montagne sventrate. Dipinti ad olio su lastre di marmo, sfridi di cava recuperati dalle trivellazioni. La project room ospita quindi una serie di frattali su cui è dipinta l’immagine della montagna da cui provengono; singole gocce che contengono il DNA del corpo intero.
PIETRO MANZO - BIOGRAFIA
Pietro Manzo nasce in provincia di Salerno, nel 1981 e attualmente vive e lavora a Firenze. Dopo aver conseguito una laurea all’Accademia delle Belle Arti di Firenze nel 2005, arriva in Finlandia, dove partecipa al programma della University of Art and Design di Helsinki. Nel 2011 allestisce un’esposizione personale dal titolo Under Construction, presso il Pah! Project Gallery di Friburgo, in Svizzera e successivamente al Lyceum di Firenze espone il progetto dal titolo “ri-Costruire (intro)”.
Nel 2011 arriva alla 54ima Biennale delle Arti di Venezia, all’interno del Padigliode dell’Accademia, con “State of the Arts”. Partecipa inoltre nel 2016 al progetto “Geografie dell’Arte Emergente” in Toscana, organizzato dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci.
Il 2008 lo vede vincitore di un premio indetto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a Roma e nel 2013 riceve il premio Elizabeth Greenshield Foundation Grant, a Montreal, in Canada.
Partecipa al Workshop Lights and Spaces, di Helsinki e, tra il 2009 e il 2014, passa 5 anni ospitato nella prestigiosa residenza Tito Conti presso l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.
WHITE NOISE GALLERY
La White Noise Gallery è stata fondata nel 2014 da Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti.
Deve il suo nome al fenomeno fisico del rumore bianco e suggerisce attraverso di esso il suo obiettivo principale: essere in grado di captare ed elaborare tutte le frequenze nel mondo dell’arte contemporanea. Nasce con un’identità di ricerca, non appoggia una corrente e non cerca di cavalcare un’onda. Il cuore curatoriale risiede nello spazio project che occupa integralmente il basement della galleria con installazioni site-specific dal forte carattere sperimentale. Lo scopo dichiarato è quello di inviare un segnale sullo stato dell’arte attraverso il lavoro di artisti eterogenei che siano in grado di interpretare al meglio gli stimoli del loro tempo.
La galleria si è impegnata ad ampliare la sua azione anche al di fuori degli spazi espositivi, creando interessanti collaborazioni con importanti istituzioni culturali tra i quali: Museo di Roma in Trastevere, Stadio di Domiziano, Reale Accademia di Spagna a Roma e l’Ambasciata di Spagna.
Nel 2015 è stata partner del Talent Prize di Inside Art, nel 2017 del Celeste Prize.
Dal 2014 al 2017 ha partecipato a numerose fiere italiane e internazionali, tra le quali si ricorda Just Mad Art Fair a Madrid e Scope Art Show New York.