Mira Vitium Natura
Xilografie di Schialvino & Verna.
Comunicato stampa
Lo Stato promuove interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei vigneti delle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale, di seguito denominati
“vigneti eroici o storici”
Questa dichiarazione di princìpi si trova all’inizio della legge del 2016 (n. 238) che disciplina in Italia la coltivazione della vite e la produzione e commercio del vino. Il vigneto reimpiantato ben prima a Villa della Regina, dove si vendemmia dal 2009, è certamente un vigneto storico, ma senza dubbio anche un vigneto eroico: uno dei pochissimi in Europa a fiorire in area urbana, come il Clos Montmartre di Parigi, con cui è gemellato dal 2013. Gli altri pochi vigneti che resistono all’interno delle città di oggi sono quelli situati in parchi storici (Schönbrunn, gemellato con la Villa dal 2016), oppure i residui filari dei conventi, come quello alle pendici della Certosa di San Martino a Napoli, o altri nascosti in giardini privati. Pochi spazi di produzione ma anche di bellezza e di respiro che resistono al feroce consumo di suolo dell’Italia del dopoguerra.
I pochi dipinti e le tante incisioni che dal Seicento ritraggono Villa della Regina la rappresentano sempre in armoniosa unione con gli spazi coltivati che la circondano, e vista dalla parte della città. Solo dall’Ottocento alcuni raffinati vedutisti propongono la visione verso Torino: ed è questo il punto di vista che Schialvino e Verna, che da tempo lavorano sul tema delle vigne, hanno scelto per le matrici realizzate per questa mostra.
«Dove si cammina fra i pampini, fra gli acini, fra i tralci con le mani dietro la schiena, si parla alla terra, la terra che è tutto, alveo, utero, tana, trincea, viscera... Una flânerie filosofica, meditando un gemellaggio magico, ma estraneo a qualsivoglia occultismo se è vero che risplende «in vino veritas». Il Vigneto Reale di Villa della Regina (il nettare color rosso rubino, profumo di ciliegia, lampone e frutta matura, sapore secco, avvolgente), il parigino, pittorico «Clos Montmartre», il viennese, settecentesco, barocco Lisenpfennig di Schönbrunn...
Di Bacco in Bacco. Bacco di città e Bacco di campagna. Dalle Langhe che pavesianamente non si perdono (se un viaggio può, e può, muovere dal Piemonte, tale l’indigeno blasone) alla torinese Villa della Regina, in capo alla via dove Roberto Longhi scoprirà Enrico Reycend. La dimora del Cardinal Maurizio».
(Bruno Quaranta)