Storie di superficie. Heidi Bucher e Gordon Matta-Clark a Venezia
Galleria Alma Zevi, Venezia ‒ fino al 21 dicembre 2017. La galleria lagunare riunisce per la prima volta due artisti che condivisero, senza mai incontrarsi, una profonda riflessione sullo spazio, capovolgendone limiti e sembianze. E dando vita a un’indagine visiva che tocca le corde della percezione.
Mettono in scacco il rassicurante ordine imposto dall’architettura e le regole auree del sistema percettivo gli interventi di Heidi Bucher (Winterthur, 1926 ‒ Brunnen, 1993) e Gordon Matta-Clark (New York, 1943-1978), riuniti nell’intimità spaziale della galleria Alma Zevi. Accostati per la prima volta, i lavori dei due artisti parlano un linguaggio straordinariamente simile, giocato su un lessico di inversioni visive e su una delicata trama di indovinelli architettonici, i quali trovano soluzione nell’occhio di chi guarda.
Nei Bronx Floors di Matta-Clark i celeberrimi tagli dell’artista americano sono applicati alle travi di un edificio abbandonato nell’omonimo quartiere della Grande Mela, mentre i Borg floors della Bucher individuano nel pavimento del suo studio zurighese ‒ un’ex cella frigorifera di una macelleria ‒ lo straniante oggetto di un calco dalla consistenza quasi organica. Superfici e memorie di un tempo sezionato o calpestato si tendono la mano in un surreale gioco di rimandi, tra sopra e sotto, vuoto e pieno. Completano la mostra i video proiettati verso la strada, vestigia di due performance andate in scena nello stesso anno, il 1972: Tree Dance di Matta-Clark e Body Shells di Bucher, a riprova di un sentire comune, finalmente portato alla luce.
‒ Arianna Testino
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