Lolita Timofeeva – Opus Alchymicum

Informazioni Evento

Luogo
CASTEL DELL'OVO
Via Luculliana , Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
26/10/2017

su invito

Artisti
Lolita Timofeeva
Uffici stampa
ARTHEMISIA
Generi
personale, arte moderna

Una mostra personale dell’alchemica artista lettone Lolita Timofeeva, poetessa raffiguratrice dell’indagine dimensionale metafisica del mondo e della simbologia archetipica della realtà circostante.

Comunicato stampa

Dal 27 ottobre al 2 dicembre 2017 Castel dell’Ovo di Napoli ospita l’esposizione Opus Alchymicum: una mostra personale dell’alchemica artista lettone Lolita Timofeeva, poetessa raffiguratrice dell’indagine dimensionale metafisica del mondo e della simbologia archetipica della realtà circostante.

La mostra Opus Alchymicum, con il patrocinio del Consolato Onorario della Lettonia a Napoli, è organizzata da Kengarags in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli e alla Fondazione La Verde La Malfa, vede come co-promotore Touring Club Italiano di Territorio di Bologna e come curatore scientifico Giorgio Agnisola.
La mostra vede come sponsor Fondazione La Verde La Malfa, Italò SRL, Occitane Voyages e Berengo Studio.

Per la prima volta nella città partenopea, circa 100 opere tra dipinti, disegni, sculture, installazioni e un film corto esposti a Castel dell’Ovo sono la testimonianza espressiva di un’idea nata durante il primo viaggio dell’artista a Napoli (nel 2005), quando visita la Cappella Sansevero e decide di avvicinarsi al pensiero ermetico di Raimondo di Sangro (Torremaggiore, 1710 – Napoli, 1771), settimo principe di Sansevero, inventore, alchimista e letterato, geniale ideatore del nobiliare mausoleo.

Affascinata dall’aspetto esoterico del patrimonio artistico Sanseverino, Lolita Timofeeva sviluppa un nuovo spunto creativo, una conoscenza più profonda del suo essere grazie a un’autoanalisi delle immagini del sogno, dell’incubo e dell’allucinazione.

Colori vivi, atmosfere cupe e personaggi suggestivi delineano ogni opera dell’esposizione. Tempo e spazio si legano nel dinamismo dell’azione, generato nella maggior parte delle rappresentazioni da una musa, che trasporta lo spettatore in una dimensione surrealistica.
La sua ricerca di modelli e di ambienti misteriosi aperti al silenzio dell’oltre, identifica un linguaggio di una vita interrogativa, uno sguardo rivolto ai limiti e alle ragioni dell’esistere.

La grande mostra allestita nel Castel dell’Ovo rappresenta perciò una tappa significativa di questo viaggio umano e spirituale, in cui emergerà la dimensione meno visibile e conosciuta della città.
Non sarà infatti la Napoli solare e passionale che conosciamo, ma quella più nascosta e sotterranea, come riaffiora nella Cappella San Severo.