Edith Dekyndt
Il Teatrino di Palazzo Grassi presenta una speciale conversazione aperta al pubblico tra la curatrice Caroline Bourgeois e l’artista Edith Dekyndt (Ieper, Belgio).
Comunicato stampa
Il Teatrino di Palazzo Grassi presenta, venerdì 27 ottobre alle ore 18.00, una speciale conversazione aperta al pubblico tra la curatrice Caroline Bourgeois e l’artista Edith Dekyndt (Ieper, Belgio).
Edith Dekyndt è stata protagonista da gennaio 2017 della seconda residenza d’artista fondata dalla Pinault Collection presso la città di Lens, antico centro minerario nel nord della Francia, sede del nuovo museo Louvre-Lens.
L’artista belga ha concluso nel corso dell’estate il proprio periodo di ricerca a Lens, avviato il 16 gennaio 2017, dopo Melissa Dubbin (1976, Las Cruces, New Mexico) e Aaron S. Davidson (1971, Madison, Wisconsin), protagonisti della prima stagione di residenza d’artista.
Il nuovo spazio dedicato alle arti del nostro tempo della Pinault Collection è stato inaugurato a dicembre 2015 all’interno dell’antico presbiterio della canonica cittadina. Completamente ristrutturata ad opera dello studio NeM / Niney et Marca architectes, l’edificio è stato trasformato in uno spazio in cui ospitare artisti emergenti o già consacrati, permettendo loro di progettare e lavorare alle proprie opere grazie al sostegno della Collezione e in stretta connessione con la comunità locale.
I partecipanti al progetto di residenza d’artista a Lens a cura della Pinault Collection sono selezionati da un comitato che riunisce rappresentanti dalla Pinault Collection, del FRAC Nord-Pas de Calais, del Fresnoy – Studio national des arts contemporains e del Louvre-Lens.
Gli artisti protagonisti delle prossime edizioni sono Lucas Arruda, da settembre 2017 all’estate 2018, e Hicham Berrada, da settembre 2018 all’estate 2019.
Il calendario completo della stagione culturale è disponibile sul sito di Palazzo Grassi, alla pagina “calendario”. www.palazzograssi.it
Biografia
Edith Dekyndt è nata nel 1960 a Ieper (Belgio), vive e lavora tra Tournai e Strasburgo. Dopo gli studi in comunicazione visiva, entra a far parte dell’atelier Immagini stampate dell’Ecole des Beaux arte di Mons. Nel 1987 viaggia per l’Italia, studiando Piero della Francesca, del quale apprezza il lavoro sulla geometria e sulla luce. Alla fine degli anni ’80 crea principalmente ambienti nei quali gli oggetti entrano in relazione con lo spazio. Successivamente collabora con studi di architettura. Il suo lavoro riflette sul processo piuttosto che concentrarsi sul risultato, sottoponendo oggetti quotidiani alle conseguenze inesorabili del tempo che passa. Nel 1999 crea il collettivo “Universal Research of Subjectivity”, un laboratorio di ricerca dove sono elaborati concetti che a volte si concretizzano e altre volte rimangono allo stato teorico. Negli ultimi anni, Edith Dekyndt utilizza il video, la fotografia, l’installazione di oggetti, gli ambienti e il suono per cogliere l’impalpabile, l’invisibile e l’effimero.