Take Me (I’m Yours)
Pirelli HangarBicocca presenta “Take Me (I’m Yours)”, una mostra collettiva che reinventa le regole con cui si fa esperienza di un’opera d’arte e che invita i visitatori a compiere tutto quanto è di norma vietato fare in un museo.
Comunicato stampa
In “Take Me (I’m Yours)” i lavori si possono toccare, usare o modificare; si possono consumare o indossare; si possono comprare e perfino prendere gratuitamente, o magari portare via lasciando in cambio cimeli personali.
La mostra è anche un progetto che si evolve e si rigenera nel tempo. Accanto alla possibilità di prendere una delle migliaia di copie di ciascuna opera prodotta – e quindi concorrere a svuotare fisicamente lo spazio – il pubblico di “Take Me (I’m Yours)” ne modifica l’aspetto anche partecipando a performance in cui lo scambio non è necessariamente legato a un oggetto ma piuttosto a un’esperienza, assecondando un’idea di immaterialità che è sempre più presente tanto nell’arte quanto nella vita reale.
Allestita per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra – e a partire dal 2015 in versioni ogni volta diverse in istituzioni a Parigi, Copenhagen, New York e Buenos Aires –, la mostra ha avuto origine da una serie di conversazioni e riflessioni tra il curatore Hans Ulrich Obrist e l’artista Christian Boltanski sulla necessità di ripensare i modi in cui un’opera d’arte viene esposta. In particolare, l’idea per il progetto è iniziata con Quai de la Gare (1991), un lavoro di Boltanski costituito da pile di vestiti di seconda mano che il pubblico poteva prendere e portare via in una busta marchiata con la scritta “Dispersion”: un’opera destinata per sua natura a disperdersi e a scomparire ma anche ad acquisire nuova vita al di fuori del museo.
A Milano, accanto a Dispersion di Christian Boltanski, le opere di oltre cinquanta artisti sono allestite nei mille metri quadrati dello Shed di Pirelli HangarBicocca, prendendo vita anche al di fuori dello spazio espositivo con progetti per il catalogo, il bookshop, il web e azioni nel quartiere Bicocca. Lavori storici, presentati nell’iconica mostra del 1995, sono affiancati a nuove produzioni appositamente concepite. L’allestimento è stato ideato dall’artista e designer, Martino Gamper, che ha progettato i supporti e gli elementi compositivi, realizzati in Solid Textile Board, un materiale riciclato.
In mostra i visitatori incontrano le opere di alcuni degli artisti presenti nel 1995: per esempio, partecipando alla lotteria organizzata dall’artista Douglas Gordon e vincendo una cena con lui; prendendo una delle spillette messe a disposizione dal duo Gilbert & George, che riprendono gli slogan ironici e satirici dei poster appesi in mostra, THE BANNERS (2015); raccogliendo le immagini vintage di Hans-Peter Feldmann; mangiando i cioccolatini di Carsten Höller con l’involucro che riporta la scritta “Future” in Zukunft (Future), 1990/2017; scaricando e stampando il nuovo poster di Wolfgang Tillmans o usando gli stencil e i tatuaggi temporanei di Lawrence Weiner che riportano il motto che dà il titolo all’opera NAU EM I ART BILONG YUMI (The art of today belongs to us) (1988/2017).
Prendono parte alla mostra, inoltre, artisti di diverse generazioni e provenienze. Nell’atrio il pubblico viene accolto dall’installazione dell’artista giapponese Yoko Ono, Wish Trees (1996/2017), due alberi di limone su cui è possibile lasciare biglietti con i propri desideri; al bookshop di Pirelli HangarBicocca, invece, è disponibile in vendita una nuova versione di un progetto di Gianfranco Baruchello presentato nel 1968, Artiflex. Finanziaria Artiflex, una società fittizia che propone a 1 euro confezioni che contengono monete da 50 centesimi e monete da 1 vendute a 50 centesimi – gli introiti sono devoluti in beneficenza dall’artista. All’interno della mostra i visitatori hanno la possibilità di prendere una copia del poster che Maurizio Cattelan ha ricevuto in dono dall’artista Alighiero Boetti, raccogliere le caramelle alla menta dell’installazione “Untitled” (Revenge) (1991) di Félix González-Torres; oppure creare la propria mappa personale di Milano con La riappropriazione della città. I propri itinerari, 1975/2017, il progetto di Ugo La Pietra realizzato in collaborazione con Lucio La Pietra; mangiare uno scheletro o simboli fallici pompeiani di marzapane o anche pescare scatole di sardine con le opere di Daniel Spoerri Eat Art Happening (2004-2017), Amulette phallique de Pompéi (2015/2017) e Boîte de Sardines (2015/2017); scattarsi un “selfie” con il progetto di Franco Vaccari, attualizzazione dello storico Esposizione in tempo reale N.4, presentato alla Biennale di Venezia del 1972, dove i visitatori avevano la possibilità di utilizzare una cabina per fototessere e appendere le foto alle pareti, lasciando un traccia del loro passaggio; farsi fare un ritratto da un disegnatore con l’opera performativa di Francesco Vezzoli; o scoprire il proprio futuro con i biscotti della fortuna, nati dalla collaborazione tra Ian Cheng e Rachel Rose in occasione di “Take Me (I’m Yours)” al Jewish Museum nel 2016; scambiare e lasciare oggetti all’interno delle installazioni di Alison Knowles e Jonathan Horowitz e partecipare a performance e azioni di artisti come Pierre Huyghe, Tino Seghal, James Lee Byars, Otobong Nkanga, David Horvitz e Patrizio Di Massimo, che prevedono il coinvolgimento diretto del pubblico durante il periodo di apertura della mostra.
“Take Me (I’m Yours)” si trasforma così in una grande arena in cui si immagina un modo più diretto e coinvolgente per vivere l’arte e in cui anche, l’idea di donare/ricevere diventa una chiave alternativa per leggere lo scenario globale della storia e società contemporanea.
In concomitanza alla mostra in Pirelli HangarBicocca, il Museo Nacional de Arte Decorativo di Buenos Aires presenta un’altra versione di “Take Me (I’m Yours)” (Dal 14 settembre 2017 al 5 novembre 2017), curata da Christian Boltanski e Hans Ulrich Obrist.
Informazioni sulla visita
L’ingresso alla mostra è sempre gratuito, ma per prendere e collezionare le opere è necessario acquistare la borsa creata dall’artista Christian Boltanski. La borsa è in vendita presso l’Info Point o al Bookshop al costo di 10 euro. Gli introiti contribuiscono a supportare la produzione delle opere distribuite in mostra.
Dati gli elevati flussi di visitatori durante i weekend è necessario prenotare, online o sul luogo, per potere accedere alla mostra “Take Me (I’m Yours)” (70 persone ogni 30 minuti). L’ultimo ingresso consentito ai visitatori è alle 21.15.
Public Program, performance ed eventi speciali
Patrizio Di Massimo | performance durante l’opening del 31 ottobre 2017
Perfomer: Omar (Agenzia Brave Man)
Cesare Pietroiusti | performance durante l’opening del 31 ottobre 2017
James Lee Byars | performace ogni giovedì sabato e domenica dalle 18.00 alle 20.00
Pierre Huyghe | performace ogni giovedì, sabato e domenica dalle 18.00 alle 20.00
Adelita Husni-Bey | workshop con le scuole
Otobong Nkanga | performance 14 gennaio 2018
Koo Jeong A | passeggiata nel quartiere
Talk con Hans Ulrich Obrist. Una giornata di conversazioni e performance | 14 gennaio 2018
Con Aaajiao, Etel Adnan, Rosa Aiello, Giorgio Andreotta Calò, Micol Assaël, Gianfranco Baruchello, Christian Boltanski, Mohamed Bourouissa, James Lee Byars, Luis Camnitzer, Maurizio Cattelan, Ian Cheng e Rachel Rose, Heman Chong, Jeremy Deller, Patrizio Di Massimo, Simone Fattal, Hans-Peter Feldmann, Yona Friedman, Martino Gamper, Mario García Torres, Alberto Garutti, Gilbert & George, Dominique Gonzalez-Foerster, Félix González-Torres, Douglas Gordon, Carsten Höller, Jonathan Horowitz, David Horvitz, Adelita Husni-Bey, Pierre Huyghe, Alex Israel, Koo Jeong A,Alison Knowles, Ugo La Pietra, Armin Linke, Angelika Markul, Annette Messager, Gustav Metzger, Bruce Nauman, Otobong Nkanga, Yoko Ono, Luigi Ontani, Sarah Ortmeyer & Friederike Mayröcker, Riccardo Paratore, Sondra Perry, Cesare Pietroiusti, point d’ironie, Ho Rui An, Anri Sala, Tino Sehgal, Daniel Spoerri, Wolfgang Tillmans, Rirkrit Tiravanija, Franco Vaccari, Francesco Vezzoli e Lawrence Weiner