No Tax Culture
Il libro di cui discuteranno Stefano Antonelli, Alessandro Longobardi, Federico Camillocci Solfaroli e Stefano Monti (l’autore) con la moderazione di Alberto Improda si concentrerà sul “valore meritorio” e sulla “desiderabilità sociale” della cultura nel suo rapporto a volte contraddittorio, a volte armonico con il sistema fiscale nel nostro paese.
Comunicato stampa
NO TAX CULTURE
Una politica fiscale per lo Sviluppo del Paese
Come suggerisce il sottotitolo, questo testo, più che rappresentare un racconto dell’esistente, intende fornire una visione globale sui meccanismi attraverso i quali lo Stato può favorire lo sviluppo della cultura attraverso la crescita delle organizzazioni che a vario titolo partecipano alla creazione di beni e servizi culturali e creativi.
Grazie agli approfondimenti degli autori, il libro riesce a disegnare un percorso virtuoso che potrebbe favorire la nascita di nuove imprese, contribuire alla capitalizzazione del tessuto produttivo specifico, e migliorare, in generale, l’efficienza del sistema culturale italiano.
Soprattutto, il libro tenta di riportare un principio di equità all’interno di un settore che da un lato continua a percepire finanziamenti diretti spesso immotivati, e nei confronti del quale lo Stato agisce sprovvisto di qualunque tipo di logica unitaria.
Aliquote IVA differenziate in base al prodotto (dipinti o prodotti editoriali) o a seconda del rivenditore (privato o galleria), detassazioni crescenti in alcuni settori (come il cinema) e nessun tipo di previsione analoga per altri (teatro), lo scenario è semplicemente caotico e disomogeneo.
Ma non solo: in questo ginepraio di leggi, regolamenti, interpretazioni della agenzia delle entrate o della corte dei conti, si nasconde una delle prove più evidenti dell’inadeguatezza con la quale sinora lo Stato ha guardato allo sviluppo economico della cultura, privilegiando spesso i settori forti o i redditi più elevati a discapito dell’iniziativa privata.
Per quanto inimicale possa essere, il territorio delle politiche fiscali riesce a restituire un’immagine chiara di come un Paese interpreti la cultura. Alla base di tutto c’è un assunto: lo Stato attraverso finanziamenti diretti o indiretti privilegia, attraverso le politiche fiscali, lo sviluppo di settori che perseguono un interesse collettivo.
Con questa prospettiva, lo scenario culturale italiano è allarmante. Urge una riflessione seria e strategica per porre fine a delle azioni antidemocratiche ed elitistiche.
La presentazione del libro pertanto non ha il carattere classico di esposizione dei contenuti, ma ha al proprio centro un dibattito che permetta, a partire dai contenuti, di sviluppare, insieme ad interlocutori di alto profilo, una serie di idee e di proposte concrete attraverso le quali migliorare le condizioni di un settore economico che, caso alquanto anomalo all’interno degli scenari economici, a discapito dei trend di espansione, rimane tra i più fragili dal punto di vista strutturale.